Lo premettiamo subito, l’analisi svolta oggi sul “Domani” – il quotidiano che ha aperto il secondo “Vaso di Pandora” della giustizia italiana (il primo fu scoperchiato dall’ex magistrato Palamara) pubblicando parte dei verbali di Amara sulla presunta Loggia Ungheria – è alquanto credibile e trova il punto della questione. Il silenzio del Quirinale e della Ministra Marta Cartabia risulta “assordante” ogni giorno che passa tra verbali, accuse, scontro tra toghe, nomi spiattellati sulla stampa (ora, dopo che per un anno e mezzo quegli stessi verbali non furono mai resi noti prima dai pm, poi da Davigo e infine da Repubblica e Il Fatto Quotidiano) e ipotesi fantasiose di cosa possa essere la fantomatica loggia segreta.



Giulia Merlo sul quotidiano diretto da Stefano Feltri fa l’apertura tutta sul fatto che Mattarella e la “vicinissima” titolare di Via Arenula (che in molti pronosticano la figura alternativa a Mario Draghi per la successione al Quirinale) non hanno ancora proferito alcun commento sul potenziale maxi scandalo “Ungheria”, neanche ieri durante l’evento del Csm sulla beatificazione del giudice Livatino. «Il Csm rimane solo a governare lo scontro tra toghe e isolato nel rispondere davanti all’opinione pubblica dello scandalo che mina alla credibilità della magistratura come corpo dello Stato», attacca il Domani.



CSM, IL SILENZIO “ASSORDANTE” DAL QUIRINALE

Tra l’altro, secondo quanto scovato dagli inquirenti finora, l’ex Csm Piercamillo Davigo una volta ricevuti i famosi “verbali di Amara” ne avrebbe parlato “con chi di dovere”, Colle in primis, e nessuno finora ha smentito né confermato la notizia. «Ogni ulteriore intervento del Quirinale si configurerebbe come una indebita interferenza nelle indagini in corso, indagini che vedono impegnate ben quattro procure», sottolinea giustamente ancora Merlo sul Domani. Cartabia invece ha fatto una lunga telefonata nei giorni scorsi al procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi per dettare come l’azione disciplinare dell’intero “affaire” Amara-Ungheria in futuro toccherà al suo ufficio, quasi a certificare un voluto “passo indietro” del Governo rispetto all’indipendenza del terzo potere dello Stato (la magistratura). Per il momento non vi sono i prodromi di quanto di scandaloso avvenne con la loggia P2, ma se si dovessero scoprire le effettive esistenze di “logge segrete” tra magistratura e politica, fino ai vertici più alti del Consiglio Superiore della Magistratura, sarebbe a quel punto inevitabile per Mattarella procedere con il “repulisti” più totale, chiamasi scioglimento del Csm. Le indagini per il momento proseguono e tutti aspettano il “primo passo” di qualcuno: che siano Csm, Quirinale o Ministero della Giustizia, lo “stallo” è certo che prima o poi si sbloccherà.

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