Ginevra capitale europea della parità di genere e all’avanguardia contro ogni tipo di discriminazione: nella città elvetica infatti hanno destato particolare clamore negli ultimi giorni i segnali stradali tutti “al femminile” che l’amministrazione locale ha fatto installare in tutto l’ambiente urbano, iniziativa non solo simbolica che peraltro ha riscosso successo. Gironzolando quindi per il bellissimo centro che si affaccia sul lago e che si trova nell’omonimo Cantone svizzero è facile imbattersi quindi nei tipici cartelli blu su cui però sono rappresentate donne incinte che attraversano la strada, o nonne col bastone, per non dire anche dei segnali che mostrano donne con un’acconciature afro a simboleggiare il diverso colore della pelle e quelli in cui sono due persone dello stesso sesso a tenersi per mano. L’iniziativa è stata fortemente voluta da Sabrine Salerno, prima cittadina di Ginevra e che nell’anno inaugurale del suo mandato ha voluto dare il primo segnale forte sul tema dopo aver annunciato l’avvio di tutta una serie di iniziative volte a promuovere non solo l’uguaglianza tra uomo e donna ma pure a combattere le discriminazioni e la violenza di genere.



A GINEVRA CARTELLI STRADALI AL FEMMINILE

“Il nostro obbiettivo era quello di mostrare che oramai la società, non solamente in Svizzera, è in evoluzione e che occorre cominciare a riflettere sul ruolo che le donne hanno nello spazio pubblico” ha spiegato in una intervista il sindaco, inaugurando questo progetto che vede diventare proprio Ginevra la città della parità. Insomma, uno spunto di riflessione che non è limitato solamente ai luoghi chiuse o a iniziative visibili a pochi, ma che interessa tante strade del centro elvetico e che è sotto gli occhi di tutti che forse spesso sono assuefatti a immagini troppo stereotipate oltre che abituati a segnali unicamente al maschile. Secondo quanto è stato comunicato, pare che a essere “riconvertiti al femminile” sono stati 250 segnali stradali sui 500 esistenti. “Lo spazio pubblico, come sappiamo, è stato progettato sempre dagli uomini e per gli uomini” ha continuato la Salerno, “e per questo motivo si è rafforzata l’idea che questa onnipresenza maschile renda le donne, come pure altre minoranze, meno rimportanti. Inoltre la volontà di dare “voce” sui cartelli anche agli esponenti della comunità Lgbtq rappresenta una sorta di unicum per la Svizzera per un investimento pari a circa 56mila franchi, previsti nel bilancio stanziato per le iniziative contro sessismo e violenza sulle donne.



Leggi anche

MATERNITÀ SURROGATA/ Chi cerca lo scontro giudiziario non difende "diritti" ma fa soffrire madri e figli