NEW YORK – Nella terra delle “Desperate Housewives” e delle femministe sfegatate, al tempo della mascolinità tossica per alcune e del sistema patriarcale responsabile di tutti i mali, un nuovo tipo di housewife sta diventando sempre più popolare sui social network: le tradwives, letteralmente moglie tradizionali.
La figura di spicco di questo movimento negli Stati Uniti è la 25enne Estee Williams. Con un casco di riccioli biondi, ciglia finte e vestito rosa ultra-femminile, Estee sembra uscita da una pubblicità degli anni 50. Con oltre 93mila followers su TikTok e quasi altrettanti su Instagram, la moglie di Connor, 23 anni, rivendica con orgoglio il suo ruolo di moglie modello e difende la divisione di genere dei ruoli in casa.
In breve, il marito lavora e provvede al sostentamento della casa mentre la moglie assicura una casa piacevole e si dedica alla famiglia con una sottomissione accettata e affermata. Niente amicizie con l’altro sesso, niente uscite di casa la sera, le regole seguite da queste nuove mogli ribaltano i codici moderni. Sempre più numerose, queste tradwives si raggruppano sui social network e rappresentano una comunità di diversi milioni di persone.
Ispirandosi alle casalinghe degli anni 50, queste donne, generalmente giovani, utilizzano video e post per imparare a essere la moglie perfetta. Dopo anni di lotte per far uscire le donne dalla cucina, il movimento tradwife, il cui # ha centinaia di visualizzazioni su TikTok, spiega la sua creazione in reazione ad un femminismo aggressivo e un deleterio man-bashing, che non vede più gli uomini come partner di vita ma come potenziali predatori, sostenendo anche che questo nuovo stile di vita salverà la famiglia, il cui modello è in crisi nelle società occidentale.
Di fronte all’ampiezza del fenomeno, molti istituti negli Stati Uniti si interrogano sugli effetti di questa tendenza sulla società, non solo in termini di uguaglianza tra uomini e donne, ma anche in termini di implicazioni politiche del movimento, che implicitamente avallerebbe la teoria secondo cui le donne non sono uguali agli uomini. Ancora più preoccupante, secondo gli analisti, il fatto che venga sfruttato da reti di cristiani fondamentalisti che difendono il potere dell’uomo bianco, eterosessuale e patriarcale e incoraggiano queste tradwives a non lavorare, a non avere il diritto di voto e a sottomettersi completamente ai loro mariti.
Estee Williams ha riassunto la situazione in un’intervista al New York Post: “Vedo le donne allontanarsi dalle loro radici per competere con gli uomini. Non è così che dovrebbe essere. Siamo donne e dobbiamo accettarlo”, rammaricandosi anche che le sue scelte personali siano associate a politiche conservatrici e persino di estrema destra. I social network fungono da cassa di risonanza per questi movimenti tradwife o ultra femministi che si alimentano e perseguono i propri fini, talvolta politici e sociali, ma anche commerciali. tiktokers e youtubers come Estee Williams, a differenza delle donne che ispirano e consigliano, che addirittura influenzano incoraggiandole ad adottare il loro stile di vita, sono pagate per i contenuti che pubblicano e si assicurano così di una certa indipendenza almeno finanziaria.
Al di là dell’aspetto commerciale e dell’atteggiamento aggressivo, le tradwives e le loro avversarie femministe sollevano la vera questione del ruolo delle donne nella società e della difficoltà di conciliare vita personale, vita familiare e vita professionale. Il vero tema di questo dibattito dovrebbe essere quello di porre fine al disprezzo che alcune donne nutrono nei confronti delle casalinghe e di discutere su come valorizzare il loro status. L’idea che un progresso potrebbe essere raggiunto anche consentendo alle donne di scegliere di non lavorare per stare a casa dovrebbe essere accettata. Pensare che sia solo un regresso e la scelta di donne limitate è non solo riduttivo e retrogrado, ma anche antifemminista.
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