Non capita spessissimo che Mattia Feltri e il papà Vittorio – rispettivamente brillante autore della rubrica “Buongiorno” sulla Stampa e direttore decano giornalista di Libero – siano d’accordo su qualcosa, anche se l’onesta intellettuale e una certa dose di “pensiero libero” e non banale resta come punto comune di una straordinaria famiglia di “penne”. Ma stavolta è successo, dopo che CasaPound e Forza Nuova sono state letteralmente bannate su Facebook e Instagram perché «pagine diffusori di odio». Di colpo ieri i due movimenti di estrema destra in Italia si sono trovati senza accesso ai loro profili Facebook e Instagram: la reazione immediata dei leader di CasaPound (Gianluca Iannone e Simone Di Stefano) è stata veemente, «uno sputo in faccia alla democrazia» mentre Roberto Fiore di Forza Nuova attacca «repressione del pensiero». Favorevoli alla decisione di Mark Zuckerberg – patron sia di Facebook che di Instagram – invece il Pd di Zingaretti, «motivazione esemplare, a sostegno di una scelta giusta e coraggiosa. Dobbiamo condividere e diffondere queste parole importanti per mettere fine alla stagione dell’odio. Ci sono persone che se se vincessero, negherebbero ad altre persone il diritto di esistere. Non bisogna mai dimenticarlo». Del tutto contrario invece l’intervento dell’ex senatore di FdI Guido Crosetto che su Twitter scrive «non ho particolare simpatia per CasaPound ma penso che sia Facebook che Instagram debbano spiegare le motivazioni per cui decidono di eliminare dai loro siti decine di persone che hanno, fino a motivata decisione, i miei stessi diritti di avere idee ed opinioni».
MATTIA FELTRI COME IL PADRE: “FACEBOOK? MOSSA FASCISTA..”
Ma dicevamo i Feltri, dopo la giornata campale di ieri con accuse e contraccuse tra chi attacca i due movimenti definendoli “fascisti” e chi invece la libertà di pensiero – senza sfociare nel reato di apologia del fascismo – scendono in campo papà e figlio in momenti, modi e tempi diversi. Ma con il medesimo risultato: su Twitter Vittorio Feltri scrive candidamente «Casa Pound e Forza Nuova espulsi da Facebook e da Instagram. Finalmente un provvedimento fascista». Stamattina invece nel suo Buongiorno sulla Stampa, Mattia Feltri si dedica ad una riflessione tutt’altro che banale nonostante in più occasioni si sia schierato apertamente contro gli influssi neofascisti presenti nella società e nella politica italiana: «dopo anni durante i quali da quelle pagine sono state diffuse idee piuttosto repellenti e al limite della legalità, almeno secondo i canoni di una stagione tremula e liberticida (la libertà d’ opinione serve a tutelare specialmente le idee cattive ché a tutelare quelle buone sono capaci tutti)». Feltri jr si chiede giustamente quale sia la colpa addossata a CasaPound e Forza Nuova, se non quella generica di «diffusori d’odio» ma va ben oltre nel ragionamento «capo d’ imputazione accettabile forse nei tribunali di Stalin e applicabile, ben oltre l’ estrema destra, a metà della popolazione attiva online. Niente, la condanna è pronunciata e inappellabile per editto del Re Sole, ossia Mark Zuckerberg, padrone dei social». Il concetto è però chiaro: siccome mister FB ha chiuso le pagine «dei brutti ceffi» nessuno se ne preoccupa e anzi viene vista come una giusta mossa: «toccherà riparlarne quando per identico capriccio si dovessero tumulare pagine più socialmente presentabili. Soprattutto si coglie, stavolta lampante, il paradosso di Facebook e Instagram, aziende private – ormai evolute a servizio pubblico per l’ uso quotidiano di partiti, sindacati, associazioni – che dichiarano inaccettabili pagine espressione di consiglieri comunali, dunque accettabili per la Repubblica». La chiusura è ancora più forte e la riportiamo paro paro: «Sulla legge dello Stato troneggia una legge privata, opaca e sovranazionale con cui si separano i giusti dagli ingiusti: se ne sono viste poche di robe più fasciste», scrive Mattia, esattamente come papà Vittorio.