La nuova norma europea sulle case green sta facendo discutere, creando allarme non solo tra i proprietari, ma anche nel Governo. Si teme infatti un impatto devastante se la legge dovesse essere approvata così come è attualmente. Non solo per l’obbligo di ristrutturazione per due case su tre, ma anche per una pericolosa svalutazione di tutti gli edifici di classe inferiore alla E. C’è il concreto rischio che questa norma, che dovrebbe essere in incentivo alla riduzione dell’inquinamento, in realtà per i cittadini italiani si trasformi in una “Eco-patrimoniale” europea, come ha dichiarato il portavoce di Confedilizia. Anche Fratelli d’Italia si schiera dalla parte dei proprietari e Tommaso Foti, capogruppo alla Camera, annuncia di voler chiedere una risoluzione per evitare che venga approvata questa nuova legge. Perché “la casa è sacra e non si tocca“.
In effetti questo regolamento imposto dall’Europa non lascerebbe molta libertà di scelta: per adeguarsi i proprietari, allo stato attuale, dovrebbero necessariamente mettere in preventivo una spesa enorme che non tutti sarebbero in grado di sostenere. Anche Federica Brancaccio, presidente Ance, l’associazione costruttori, in un’intervista si era dichiarata sicuramente a favore delle norme sulla transizione energetica, ma aveva posto l’attenzione su tutto il sistema di incentivi fiscali e bonus, che in Italia è ancora molto frammentato e in alcuni casi di difficile accesso per i contribuenti come è successo per il Superbonus al 110%. “Occorre una strategia di lungo periodo, condivisa, altrimenti se non si fa niente, diventa un disastro: non efficienteremo energeticamente, ci sarà un crollo dei valori immobiliari e avremo pure le sanzioni dall’Europa”.
Case Green: cosa prevede la nuova normativa UE
Le nuove norme sulle case green, secondo l’ultimo testo della commissione UE, prevedono il passaggio di tutti gli immobili di tipo residenziale alla classe energetica E entro il 1 gennaio 2030. Poi nei successivi tre anni dovranno passare alla classe D. In pratica, i proprietari dovranno ristrutturare gli appartamenti, sostituendo infissi, caldaie, installare pannelli solari e cappotto termico, per arrivare a un taglio dei consumi energetici di almeno il 25%. Inizialmente, erano previste sanzioni per chi non rispettava il regolamento, cioè quelle di limitare le possibilità di affitto e vendita delle abitazioni non adeguate. Anche se questa parte sulle sanzioni è saltata al momento, sicuramente ci sarà un abbassamento del valore di mercato degli immobili non a norma.
Quello che chiederà la maggioranza all’Europa sarà di lasciare i contribuenti, al momento, liberi di decidere se ristrutturare le proprie case implementando il livello di efficienza energetica, anche utilizzando il nuovo bonus previsto in legge di bilancio 2023. Totalmente differente, invece, sarebbe dover costringere più della metà dei proprietari ad adeguarsi secondo le direttive UE. Una forzatura alla quale la maggioranza di governo non intende sottostare. Nel frattempo, come riporta l’agenzia Ansa, il voto al Parlamento Europeo, previsto per il 24 gennaio, è stato rimandato al 5 febbraio.