Il conto delle case green è molto più salato di quello del superbonus. Lo certifica il report “Valore dell’abitare” di Cresme e Symbola, promosso da Assimpredil Ance di Milano con European Climate Foundation, i cui dati sono anticipati dal Sole 24 Ore. Dunque, per rendere green 3,2 milioni di case col taglio entro il 2030 del 16% dei consumi energetici, come prevede la direttiva europea approvata di recente, servono 320 miliardi di euro circa o, tenendo conto di un calcolo più benevolo, 285 miliardi di euro. «Il tema degli incentivi continuerà a essere centrale. Non sarà possibile farne a meno ma certo l’approccio dovrà essere più rigoroso di quello utilizzato dal superbonus», è scritto nel rapporto.



Inoltre, suggerisce di «introdurre nel mercato incentivi più circoscritti, non fuori scala, con tempi più lunghi e soprattutto con effetti misurabili in termini di performance». Dalle stime di CresmeSymbola emerge che «un buon intervento di efficientamento energetico, fatto bene, con tutti i crismi, può abbattere la bolletta energetica del 40 per cento». Il rapporto considera due sistemi di calcolo sulla riqualificazione energetica delle case italiane. Il primo tiene conto dei dati Enea sul superbonus al 31 ottobre 2023.



DIRETTIVA CASE GREEN, I CALCOLI DI CRESME E SYMBOLA PER LE STIME

Pertanto, applicando il taglio del 15% corrispondente alla nuova classe G (superata dalla nuova direttiva, ma di fatto identifica negli effetti di calcolo), il Cresme ha considerato «uno stock edilizio residenziale formato da 32.302.242 abitazioni in 12.539.173 edifici». Le case più energivore sono 3.215.242 unità di cui 578.345 abitazioni in case unifamiliari e 2.636.897 abitazioni in condominio. Per stimare l’entità delle risorse necessarie per le riqualificazioni energetiche in base alla direttiva case green, sono stati usati invece i dati del super ecobonus. Applicando l’importo medio dell’intervento condotto nell’ambito del superbonus su un edificio monofamiliare (114.217 euro) ai ai 578.345 edifici monofamiliari con le peggiori performance energetiche, emerge che il valore dell’investimento sulle case più energivore è di 66 miliardi.



Le somme riguardanti i condomini sono ancor più importanti. Infatti, il massimale si aggira sui 96mila euro che, moltiplicato per 2,6 milioni di case con le peggiori performance energetiche, porta a una spesa totale di 253,1 miliardi di euro. «L’investimento complessivo, stimato sulla base del costo degli interventi condotti nell’ambito del Superbonus, è di 319,2 miliardi di euro», conclude il rapporto. Invece, usando il criterio di stima del Pniec, l’investimento scenderebbe a 258,4 miliardi di euro.