Il compromesso raggiunto nel Parlamento europeo dai gruppi politici dei Popolari (Ppe), Socialisti (S&D), Liberali (Renew), Verdi e Sinistra sulla direttiva Energy performance of building directive (Epbd), che riguarda le case green, non desta solo qualche preoccupazione per l’Italia. Il testo è ancora provvisorio, infatti andrà in discussione il 9 febbraio, ma comunque c’è un innalzamento degli obiettivi indicati della versione precedente: la classe energetica che dovranno raggiungere gli edifici residenziali, quindi si passa dalla F proposta dalla Commissione Ue alla E nel 2030 e dalla E proposta dalla Commissione Ue alla D nel 2023. Ma altri passaggi mostrano come si vada verso una direzione di maggiore flessibilità delle norme europee. Stando a quanto riportato dal Sole 24 Ore, è stato confermato l’impianto delle eccezioni precedentemente previsto. Quindi, possono essere esclusi edifici protetti di particolare pregio storico e architettonico, luoghi di culto, edifici temporeanei, seconde case usate per meno di 4 mesi all’anno, immobili autonomi con superficie inferiore ai 50 metri quadri.
Ci sono poi altri casi, come quello degli edifici destinati all’edilizia residenziale pubblica nel caso in cui le ristrutturazioni finiscano con il causare un aumento degli affitti. I Paesi membri possono formulare una richiesta motivata alla Commissione di adattare gli obiettivi per particolari categorie di edifici residenziali, per motivi di fattibilità tecnica ed economica. Si tratta di una clausola che potrebbe essere applicata per molti casi e che ha un limite: la riduzione dei target per questi edifici e per l’edilizia residenziale pubblica non dovrà superare il 22% del totale degli immobili residenziali. In Italia, pertanto, non potrà andare oltre i 2,6 milioni di fabbricati.
DIRETTIVA CASE GREEN: “CI SARANNO MOLTI FONDI UE”
C’è poi il capitolo agevolazioni. La direttiva ha un nuovo paragrafo secondo cui gli Stati membri devono garantire supporto finanziario e salvaguardie sociali per raggiungere i target della nuova Energy performance of building directive (Epbd). Ad esempio, potrà essere creato un fondo per incrementare gli investimenti pubblici e privati nei progetti che migliorano le performance energetiche degli edifici. La Commissione Ue dovrà presentare proposte legislative per migliorare gli strumenti esistenti e aggiungerne di nuovi, a supporto di tale direttiva. Il relatore in Parlamento della direttiva, Ciaràn Cuffe, che è eurodeputato irlandese dei Verdi/Ale, ha spiegato come ci saranno «molti fondi Ue» a disposizione di chi vorrà ristrutturare. Gli edifici storici poi saranno esentati, quindi non dovranno eseguire per forza migliorie, lo stesso vale per gli edifici con un valore architettonico specifico. L’aspetto più importante è che l’attuazione di questa direttiva spetterà agli Stati membri. Pertanto, sarà responsabilità del governo italiano attuarla, tramite un piano nazionale per le r strutturazioni. Infine, si allunga anche il tempo per la trasposizione della direttiva nel nostro sistema: l’indicazione è che ci saranno due anni, mentre prima si parlava di novembre 2023.