Il testo sulle case green proposto all’interno dell’Unione Europea si appresta a ricevere un nuovo rinvio per volere, soprattutto, dell’Italia che ritiene impossibile rispettare i vincoli europei nelle tempistiche attualmente previste. L’obiettivo italiano sarebbe quello di far tardare il più possibile le trattative definitive in concomitanza con le elezioni europee del 2024 che porteranno ad un inevitabile rinvio fino al momento in cui non sarà eletto il nuovo parlamento UE, che potrebbe avere una visione completamente diversa in merito al testo.
Allo stato attuale delle discussioni, la direttiva sulle case green impone la ristrutturazione di tutte le abitazioni che presentano una classe energetica inferiore alle E per renderle più sostenibili dal punto di vista ambientale, fissando anche vincoli in tal senso per tutte le nuove costruzioni degli anni a venire. A livello di tempistiche le ristrutturazioni procederanno diversamente in base al fatto che si tratti di abitazioni private o edifici pubblici. Nel primo caso, entro il 2030 tutte le abitazioni dovranno essere almeno di classe E, portandole alla D entro il 2033. Nel pubblico, invece, gli stessi paletti sono anticipati di 3 anni. Complessivamente, poi, entro il 2050 tutte le case dovranno essere green, probabilmente intese come classe energetica A o, al massimo, B.
Il parere di Pichetto Fratin sulle case green
Insomma, le discussioni sulle case green sono state nuovamente rimandate per volere dell’Italia, con motivazioni che sono spiegate dal ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, citato dal Tempo. Il punto principale di stop da parte dell’Italia, spiega, è dovuto al fatto che “gli obiettivi temporali, specie per gli edifici residenziali esistenti, per come delineati oggi, non sono raggiungibili per il nostro Paese”. La speranza è quella di riuscire a dilatare le tempistiche, permettendo di programmare anche interventi a sostegno della popolazione.
Parlando dei numeri delle abitazioni che sarebbero colpite dalla direttiva sulle case green, Pichetto Fratin spiega che “abbiamo un patrimonio particolare [di] 31 milioni di fabbricati, ne abbiamo 21 oltre la classe D“. Quantità, a suo dire, “diverse da quelle di altri Paesi europei per questioni storiche, di conformazione geografica, oltre che di una radicata visione della casa come ‘bene rifugio’ delle famiglie”. Affinché la proposta di intervento dell’Unione Europea per le case green passi, spiega Pichetta Fratin, occorre superare prima “l’attuale frammentazione” di detrazioni per le ristrutturazioni, e sostiene di essere al lavoro su una riforma che “prevederà diverse aliquote“, che dovrebbe essere auspicabilmente affiancata “da strumenti finanziari di supporto, anche a copertura totale dei costi“.