Procedono all’interno dei vari organi dell’Unione Europea le discussioni per la controversa norma sulle case green, che mirava ad imporre agli stati membri di rinnovare il patrimonio energetico degli immobili nell’ottica del raggiungimento delle zero emissioni nette entro il 2050. Numerosi stati, tra i quali l’Italia, nel corso degli ultimi mesi si erano più volte detti contrari al testo, che imponeva vincoli temporali pressoché irraggiungibili. Infatti, da una prima bozza sulle case green, si sarebbero dovuti portare tutti gli edifici, privati e pubblici, alla classe energetica E entro il 2030 e poi alle D entro il 2033. Recentemente, però, il testo è stato nuovamente negoziato, in vista della discussione che si auspica essere definitiva del 7 dicembre.



Come è cambiato il testo sulle case green

Insomma, il testo sulle case green non piaceva soprattutto per via dei suoi vincoli stringenti, che in diversi contesti, tra i quali anche quello italiano, si sarebbero dimostrati pressoché irraggiungibili, considerando che sul nostro territorio sono circa 31 milioni i fabbricati, dei quali 21 milioni inferiori alla classe D. Grazie anche alla ferma opposizione dell’Italia, che ha più volte rigettato il testo tardandone l’approvazione, si è arrivati ora ad una nuova bozza, frutto della negoziazione e che dovrebbe mettere d’accordo tutti gli stati.



In particolare, dalla direttiva Ue sulle case green, è stato rivisto l’articolo 9 che fissava quei limiti irraggiungibili. Ora si punta ad un sistema aperto, senza vincoli temporali, che permetterà ai singoli stati di procedere secondo una persona road map. Rimane attivo il limite del 2050 per raggiungere le zero emissioni, ma dal 2030 in poi verranno fissati solo degli obiettivi percentuali con scadenze ogni 5 anni. Non sarà, insomma, più necessario rinnovare completamente il parco immobiliare, ma basterà procedere progressivamente, puntando allo 0 nel 2050. Il filo conduttore della norma sulle case green adesso è la riduzione del consumo di energia primaria, del quale il 55% dovrà essere legato al rinnovo delle abitazioni. Obiettivi di efficientamento che potranno essere raggiunti anche attraverso la riqualificazione degli immobili distrutti dai disastri naturali, precedentemente esclusi dal testo e che permetteranno di legare i finanziamenti straordinari per le ricostruzioni anche al green deal.

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