Con una discussione che si è tenuta il 7 dicembre in sede del Consiglio europeo, è stato deciso un allentamento delle norme sulle cosiddette case green (ovvero l’Energy Performance of Buildings Directive – Epbd). Secondo il testo originale, infatti, per tutti gli stati dell’Unione Europea era stato imposto il vincolo di ristrutturare, entro il 2033, tutte le abitazioni e gli edifici pubblici e privati con classi energetiche E, F e G.



Con il nuovo accordo sulle case green, che per ora è provvisorio in attesa dell’approvazione formale da parte del Parlamento e, poi, del Consiglio Ue, si da ai singoli stati la libertà di definire la propria traiettoria d’intervento, con limiti da raggiungere molto più ampi. Infatti, sarà solamente necessario ridurre il consumo medio di energia primaria degli edifici residenziali di almeno il 16% entro il 2030 e del 20/22% entro il 2035. Ogni stato, insomma, potrà procedere autonomamente sulle case green, definendo quali interventi dovranno essere fatti in via prioritaria, quali, invece, potranno essere rimandati ed, infine, anche definendo esenzioni o obblighi specifici.



Case green: cosa prevede il nuovo accordo Ue

Insomma, è caduto il diktat Ue sulle case green, ampiamente contestato e criticato dagli esponenti di governo in Italia, conferendo ai singoli stati la libertà di definire i propri interventi. Sarà necessario, secondo l’accordo, dare la priorità alle ristrutturazioni degli edifici con prestazioni peggiori. Dal punto di vista degli edifici non residenziali, si dovrà rinnovare il 16% delle strutture entro il 2030 e il 26% entro il 2033, ma il governo potrà definire eventuali esenzioni sia per gli edifici residenziali, che per quelli non residenziali.



A partire dal 2025, nell’ambito della norma sulle case green, non sarà più possibile istallare caldaie alimentate a combustibili fossili negli edifici, mentre gli stati dovranno definire le misure per l’eliminazione di quelle già istallate. Similmente, dal 2028 per i nuovi edifici pubblici e dal 2030 per quelli privati, sia residenziali che non, dovranno essere a zero emissioni in loco per i combustibili fossili. Nel 2028, poi, l’Ue valuterà lo stato dell’arte della norma sulle case green, valutando i raggiungimento degli obbiettivi da parte degli stati e definendo, nel caso fosse necessario, eventuali obblighi o interventi.