CASE GREEN, IL PRIMO VIA LIBERA DAL PARLAMENTO UE

Dato come praticamente scontato, è giunto stamane il primo via libera del Parlamento Europeo alla direttiva Ue sulle cosiddette “Case Green”: la Commissione per l’Industria, la ricerca e l’energia ha espresso parere favorevole per rivedere la direttiva sulle performance energetiche di tutti gli edifici dell’Unione Europea. La norma che nelle scorse settimane aveva portato non poco scompiglio in Italia – con forti critiche in primis dal Governo Meloni – per via della possibilità di dover in pochi anni intervenire massicciamente sulla classe energetica delle proprie case (dopo l’esperienza non esattamente semplice di questi ultimi due anni di Superbonus 110%, ndr) ora rischia di diventare realtà.



L’obiettivo assunto dalla Commissione Ue di Frans Timmermans (vicepresidente) e Ursula Von der Leyen è quello, dentro al maxi piano Green New Deal, ridurre drasticamente le emissioni di gas a effetto serra e il consumo finale di energia nel settore edile dei Paesi Ue entro il 2030: non solo, la “mission” finale è quella di rendere climaticamente neutro il consumo di energia entro il 2050. Il testo sulle Case Green approvato stamane su impulso di Timmermans prevede nel dettaglio che tutti gli edifici residenziali dovranno raggiungere entro il 2030 una classe di prestazione energetica minima di tipo E; entro il 2033 addirittura quella classe deve salire alla D. In termini di votazioni stamane in Europarlamento sono stati 49 i voti in commissione favorevoli alla proposta, 18 i contrari e 6 gli astenuti: l’iter prevede che il testo – non modificato rispetto al compromesso Popolari (Ppe), Socialisti (S&D), Liberali (Renew), Verdi e Sinistra negli scorsi giorni – approdi in sessione plenaria a marzo. Nota importante, hanno votato contro la direttiva sulle Case Green tutti gli eurodeputati italiani dei tre partiti di maggioranza del Governo Meloni (Lega-ID, Forza Italia-PPE, FdI-ECR).



COSA CAMBIA CON LA DIRETTIVA UE SULLE CASE GREEN: TUTTI I RISCHI

Dopo questo primo via libera alle Case Green in realtà vi è ancora un mare di possibilità per modifiche ed emendamenti, visto anche gli evidenti squilibri presenti anche solo nei singoli patrimoni immobiliari dei 27 Paesi Ue: non solo, la stessa “Classe energetica D” ancora non trova una definizione univoca in tutta l’Unione Europea. «Per raggiungere l’efficienza energetica delle case italiane bisogna aiutare e sostenere senza obbligare e senza penalizzare, perché altrimenti la direttiva che l’Europa vorrebbe imporre sulla testa delle famiglie italiane è una patrimoniale», così aveva commentato negli scorsi giorni il Ministro dei Trasporti e Infrastrutture Matteo Salvini, contestando l’impulso della Commissione Ue sulle Case Green in una tempistica per giunta così stretta. «Il tema della casa ci deve vedere protagonisti in Italia e soprattutto in Europa senza obblighi – ha poi concluso il vicepremier e leader Lega – senza penalizzazioni e senza vincoli perché le famiglie italiane non hanno decine di migliaia di euro da spendere».



Gli aveva risposto per le rime Ciaran Cuffe (Verdi), relatore per l’Europarlamento sulla nuova direttiva sulla performance energetica degli edifici: «C’è stata molta misinformazione in Italia, si è detto che Bruxelles dirà agli Stati membri cosa fare, ma nulla è più lontano dalla realtà», ma in realtà secondo l’area green del Parlamento Ue, «Gli emendamenti adottati lasciano ampia flessibilità ai Paesi nell’applicazione della norma». I rischi e i timori però restano, visti anche i numeri presentati da ENEA con il presidente Gilberto Dialuce: stando ai tempi fissati (entro 2030-2033) «per l’Italia l’impegno economico finanziario, ma anche imprenditoriale e tecnico sarebbe enorme». Ad oggi,  il 74% delle abitazioni italiane, cioè 11 milioni, sarebbe in classe energetica inferiore alla “D”: «I lavori fatti sotto la spinta del Superbonus hanno riguardato 290.000 unità abitative l’anno, un target un po’ distante da quello atteso se restano immutati i tempi», conclude il n.1 di ENEA. Allarme contro la direttiva delle Case Green arriva anche da Confedilizia che da settimane con il Presidente Giorgio Spaziani Testa (qui l’intervista recente al “Sussidiario”, ndr) lancia proclami al Governo per intervenire a tutela dei cittadini: «Il voto in commissione Industria, sulla direttiva che obbliga a fare interventi di efficientamento energetico sugli immobili, è andato come previsto. Il governo Meloni però può ancora intervenire per scongiurare gli effetti disastrosi che l’approvazione definitiva di questo provvedimento avrebbe per l’Italia. Ci aspettiamo che lo faccia, in coerenza con le dichiarazioni rilasciate nell’ultimo mese dai maggiori esponenti dei tre partiti della coalizione, oltre che da autorevoli rappresentanti di Italia Viva-Azione».