La direttiva dell’Ue sulle case green è saltata, almeno per ora. Il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione europea, che rappresenta i ministri dei 27 stati membri, non hanno raggiunto l’accordo sul testo all’interno del trilogo con la Commissione. La discussione, come riportato da Italia Oggi, è dunque rimandata alla fine dell’anno.



A confermarlo è stata anche la relatrice Isabella Tovaglieri: “La riunione non ha portato a un accordo sul testo, sono stati affossati molti punti ideologici e che se ne riparla (forse) a dicembre”, ha affermato. Il prossimo anno, infatti, gli organi europei saranno sostanzialmente in scioglimento, per cui la realizzazione della direttiva in questione potrebbe definitivamente naufragare in quanto la prossima maggioranza difficilmente sarà d’accordo con le premesse sviluppate da quella attuale sul tema. La misura in questione ha d’altronde catturato numerose opposizioni in questi mesi, dato che prevedeva di scaricare sulle famiglie il peso della transizione ecologica.



Case green, salta la direttiva Ue: non c’è l’accordo sul testo, cosa succede

Il trilogo è stato dunque decisivo nel fare saltare, sembra definitivamente, la direttiva dell’Ue sulle case green. Un accordo sul testo non è stato trovato e difficilmente verrà trovato in futuro. La questione ecologica tuttavia continua a tenere banco e i singoli Stati membri dovranno prendere dei provvedimenti. Sarà loro compito “predisporre un piano per ridurre il consumo energetico dell’intero parco edilizio residenziale, con target progressivi di riduzione che saranno oggetto del prossimo negoziato”, ha affermato ancora Isabella Tovaglieri.



L’Italia, in tal senso, ha già delle idee. “Il Governo, sostenuto dalla linea dura della Lega, è riuscito a far cancellare dal testo della direttiva alcuni degli articoli più controversi, come quello sui famigerati mutui green, che avrebbero reso invendibili gli immobili nelle classi energetiche più basse. È stato cancellato anche l’obbligo di installare colonnine di ricarica elettrica e di cablare i parcheggi negli edifici residenziali già esistenti. Quanto alle certificazioni energetiche degli edifici, rimarranno quelle in vigore oggi e gli stati membri potranno definire le classi in autonomia, con una validità di 10 anni”, ha concluso.