In Emilia Romagna a breve gli italiani non saranno più privilegiati nella graduatoria per l’assegnazione delle case popolari. È ciò a cui la regione sta pensando. Attualmente, infatti, la legge prevede criteri di assegnazione legati alla storicità della residenza, il cui peso viene deciso in autonomia dai sindaci, i quali finora hanno sempre favorito i cittadini nati in zona e gli anziani.



La riforma anticipata da La Nuova Ferrara eliminerebbe la possibilità dei sindaci di essere autonomi nella scelta dei criteri, che diventerebbero uguali per tutti i Comuni. Il loro peso nella graduatoria infatti verrebbe definito in maniera rigida dalla regione. Il rumors ha creato non poche polemiche soprattutto negli esponenti della destra, i quali temono che ciò agevolerà gli stranieri. Questi ultimi d’altronde spesso vivono in condizioni di povertà, a tal punto da avere un maggiore bisogno di case popolari rispetto ad altri. È per questo motivo che potrebbero scavalcare i nativi locali nelle gerarchie. 



Case popolari in Emilia Romagna, stop privilegi per italiani in graduatoria: l’idea di riforma

Uno degli esponenti politici in prima linea contro la riforma proposta per la graduatoria delle case popolari in Emilia Romagna è Alan Fabbri, il sindaco di Ferrara, che nella sua città aveva messo proprio ai vertici della lista dei destinatari i ferraresi storici. La possibile riforma è “un enorme passo indietro nella garanzia dei diritti ai cittadini”, ha affermato. “Valorizzare chi, da più tempo, vive e lavora nella propria città, significa garantire equità sociale e noi a Ferrara lo abbiamo dimostrato. Dal giorno del nostro insediamento abbiamo lavorato per garantire i diritti ai ferraresi”, ha continuato.



I risultati sono stati evidenti. “La graduatoria più recente per l’assegnazione delle case popolari, guardando alle prime 100 posizioni, conta il 72% di nuclei italiani e assegnatari anziani per il 50%. In questi posti sono rientrate 41 famiglie in condizioni di grave fragilità e 28 nuclei al cui interno è presente una persona con disabilità. È evidente che le nostre assegnazioni rispondono ad esigenze realistiche dei cittadini e vanno a sostegno di chi ha bisogno di una casa e dei più fragili”, ha concluso.