Mentre il Governo rischia di spaccarsi sulla riforma della prescrizione – stop dopo il primo grado di giudizio dal 1 gennaio 2020 – dal mondo della magistratura arriva una proposta “choc” da parte di una voce autorevole come quella di Giancarlo Caselli. L’ex procuratore capo di Palermo e Torino nel suo blog sull’Huffington Post non solo sposa come del tutto legittima e necessaria l’abolizione della prescrizione voluta dal Movimento 5 Stelle, ma rilancia con un’ulteriore “colpo” al garantismo. «Si valuti anche l’ipotesi dell’abolizione del grado di appello in modo da uniformare il nostro agli altri paesi di rito accusatorio. I vantaggi sarebbero strepitosi. Innanzitutto si potrebbe cancellare l’arretrato (circa un milione e mezzo di processi penali) che pesa come un macigno sul sistema. E che sparirebbe in un paio d’anni se i magistrati e il personale amministrativo oggi impiegati in appello fossero destinati a lavorare soltanto a questo scopo», avanza Caselli teorizzando dunque la prima condanna poi solo l’assoluzione o il carcere. Per il procuratore di Magistratura Democratica bisogna finire con i palliativi e dunque anche lo stop alla prescrizione, seppur utile, non basterà a ridurre il problema della giustizia. Tempi troppo lunghi? Eccessivo utilizzo del carcere preventivo? Niente di tutto questo. Solo un eccesso di garanzia: questo è il vulnus da cancellare secondo Caselli.



CASELLI CHOC “ABOLIAMO IL PROCESSO D’APPELLO”: IRA GIURISTI

«Il processo è pieno di ostacoli e trappole, infarcito di regole travestite da garanzie che in realtà sono insidie o cavilli: un brodo di coltura ideale per gli avvocati agguerriti, spregiudicati e costoso», ribadisce Caselli sull’HuffPost. Facendo un gran miscuglio di gradi di giudizio e provvedimenti – «Da noi invece, tra riesame e   giudizi incidentali vari, tra interventi del GIP e del GUP,  tra Tribunale Appello e Cassazione (con possibilità di un reiterato “andirivieni” fra le ultime due istanze), di gradi di giudizio ne abbiamo una pletora» – Giancarlo Caselli rilancia sulla necessità di una riforma della giustizia ancora meno garantista di quella già ipotizzata e lanciata dal Ministro Bonafede. Pd, Renzi e tutto il Centrodestra si oppongono, ma dalla magistratura il giudizio è più spinto: «La moltiplicazione dei gradi di giudizio si spiega con la radicata convinzione che la magistratura e il diritto fossero ostili alle classi sociali subalterne. Per arginare i misfatti che conseguentemente la cultura popolare riteneva perpetrati nei secoli ecco l’ idea dei più gradi di giudizio», sentenzia Caselli. Impossibile non avvertire l’ira di tanti giuristi che contro Caselli rispondono non con la difesa dell’impunità, ma con il valore del garantismo: «Aboliamo pure l’appello, come propone il dottor Caselli, ma prima di farlo dobbiamo sapere che ci scontreremo con una serie di trattati internazionali che vincolano al doppio grado di giudizio, a partire dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo», spiega a “Il Dubbio” il penalista e professore della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Tullio Padovani, che poi affonda «il sistema accusatorio dovremmo realizzarlo per intero e dunque dovremmo introdurre la separazione tra giudice e pubblico ministero e la discrezionalità dell’azione penale: due modifiche che non credo troverebbero particolare apprezzamento da parte della magistratura. Per carità, non elargiamo patenti gratuite…».



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