I casi di febbre Dengue nel Lazio sono in aumento. Non c’è, secondo gli esperti, necessità di allarmismi, ma la situazione è da tenere sotto osservazione. L’indicazione è stata data, come riportato da Adnkronos, durante il Congresso regionale della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) dal titolo “Studiare il passato per comprendere il futuro”, organizzato da DotCom.



“Nel Lazio vi è un incremento di casi di Dengue, sia importati da Paesi endemici, sia autoctoni cioè contratti in Italia. Un paziente può rientrare in Italia con questa infezione e se viene punto dalla zanzara tigre, questa si infetta e dopo un periodo di incubazione di 10-15 giorni può infettare un’altra persona”, ha affermato Emanuele Nicastri, direttore dell’Unità malattie infettive ad alta intensità di cura (Inmi) dello Spallanzani. I medici sono in allerta per effettuare delle diagnosi precise. “Per il mese di ottobre si prevede ancora una circolazione del vettore, almeno fino alla prima settimana di novembre. Se ci trovassimo di fronte a un paziente con sintomi riconducibili a questa infezione, sarà bene fare un test rapido che si può eseguire in centri infettivologici specializzati, in modo sia da prendere in carico il paziente che di poter avviare una disinfestazione che eviti il propagarsi di un focolaio e quindi di nuovi casi”.



Casi di febbre Dengue nel Lazio: le indicazioni degli esperti

I casi di febbre Dengue nel Lazio, tuttavia, sono limitati alla malattia in questione. È anche per questo motivo che non c’è necessità di ulteriori misure precauzionali. Le altre infezioni tropicali sono infatti sostanzialmente azzerate nella regione. “Per il West Nile, ad esempio, non c’è evidenza né di casi umani, né sugli equidi, né negli uccelli, né nelle zanzare raccolte dall’Istituto zooprofilattico. Siamo protetti dall’arco appenninico, mentre è presente in Sardegna e nella pianura padana. Nemmeno la chikungunya è presente “sul nostro territorio né c’è un’evidenza di incremento di casi, né di importazione né autoctoni, come invece è avvenuto nel 2007 e nel 2017”, ha rivelato ancora Emanuele Nicastri.

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