IKER CASILLAS STUZZICA GIGIO DONNARUMMA
“A mio avviso Gigio Donnarumma dovrebbe giocare in una squadra con maggiore tradizione”, ha scritto Iker Casillas su Twitter. Per poi correggersi immediatamente e ammettere l’errore: “Mi riferisco a maggiore prestigio in Europa in questo momento”. (il termine caché in spagnolo ha vari significati ma può essere tradotto, non letteralmente, in questo modo). Naturalmente, il messaggio del portiere spagnolo è stato salutato – ma certamente non è una novità – da un coro di indignazione: chi fa riferimento alla sangria sostenendo che l’opinione fosse poco “lucida”, chi ha usato (purtroppo) toni più forti, in generale la maggioranza sostiene che Casillas l’abbia sparata grossa.
Da questo punto di vista, è ampiamente probabile che le reazioni riguardino in particolar modo la prima parte del tweet: qui non possiamo che concordare con le critiche, perché il Milan è una società che nel corso della storia ha vinto sette volte la Coppa dei Campioni, ha perso altre finali, è una delle più titolate al mondo. Insomma: la maglia rossonera e la tradizione vanno a braccetto, ma questo per l’appunto è un dato che, riferito a Donnarumma e alla sua situazione, lascia il tempo che trova. Il motivo? Ci sono club che, magari non quanto il Milan, hanno vissuto anni da protagonisti in ambito continentale (basti pensare allo Stade Reims) ma che oggi nessuno si sognerebbe di indicare come possibile e plausibile destinazione per un giocatore di primissimo livello.
IL MILAN IN EUROPA
Il problema, casomai, riguarda le parole con le quali Casillas ha corretto il tiro, ovvero il riferimento all’attuale collocazione del Milan nel panorama europeo. E qui, certamente Iker ha ragione: meglio, ne ha se parliamo in termini assoluti della storia recente del Diavolo. Che non solo non vince una coppa internazionale dal 2007 (del resto solo l’Inter ha vittorie più recenti in Italia), ma addirittura non gioca la Champions League dal 2014, quando fu eliminato agli ottavi dall’Atletico Madrid. In panchina, per dare un’idea, c’era Clarence Seedorf ma il girone eliminatorio l’aveva superato Massimiliano Allegri, poi esonerato per aver perso a Reggio Emilia contro il Sassuolo. Il toscano nel frattempo ha aperto uno straripante ciclo quinquennale con la Juventus e, nel momento in cui scriviamo, è alla seconda stagione senza un incarico: sì, è passato del tempo. Dunque, quando Casillas afferma che il Milan non ha una competitività europea (o prestigio, appunto) degna di nota allo stato attuale, certamente non sbaglia; però, visto che parla di questo in relazione ad un possibile futuro del collega Donnarumma, vale la pena approfondire ancor più il suo discorso e provare a capire, premettendo che ovviamente le opinioni si chiamano così perché ognuno ha il diritto di pensarla come crede e una verità assoluta non esiste (non in questi ambiti), se davvero Gigio debba seguire il consiglio dell’ex portiere di Real Madrid e nazionale spagnola.
DONNARUMMA E LA CARTA D’IDENTITÀ
Ora, Donnarumma ha quasi 22 anni ma il portiere titolare del Milan lo fa da parecchio tempo: sembra un veterano e lo è davvero se contiamo le presenze totali. Non stiamo parlando di un giocatore appena arrivato sulla grande scena, ha un trascorso importante con la maglia rossonera e infatti è già passato per forti critiche (lo ricorderete), decisioni di non rinnovare, contrordini, polemiche a mezzo procuratore (Mino Raiola, per intenderci), famiglia presa di mira e quant’altro. Però, Donnarumma ha ancora 21 anni: leggendola con quest’angolo, non possiamo sicuramente dire che si tratti del calciatore arrivato all’ultimo contratto importante della carriera, del grande veterano che, dopo anni e anni a difendere una maglia, voglia togliersi soddisfazioni personali e provare a vincere dove sarebbe più immediato. Logica che in particolar modo è contemplata negli sport americani, anche in virtù di regole salariali e di mercato che consentono questo tipo di manovre. Qui, stiamo parlando di Gigio Donnarumma: un portiere che è più giovane di tutti i colleghi che fanno i titolari in Serie A, e che però rispetto a tanti di loro ha molte più presenze e può già essere legato ad un’analisi riguardo la migliore destinazione per riempire la bacheca.
DONNARUMMA E IL PROGETTO MILAN
Qui però bisogna aprire un altro capitolo, ovvero quello relativo ai progetti. Prendiamo a esempio Javier Zanetti e Alessandro Del Piero, che con Inter e Juventus hanno giocato 19 stagioni: nel corso di questo grande viaggio hanno chiaramente vissuto momenti altalenanti. L’argentino è arrivato in una Beneamata che spendeva ma non vinceva, ha lottato per lo scudetto e vinto una Coppa Uefa, poi è stato il capitano del ciclo apertosi post-Calciopoli e culminato nel Triplete, ma gli ultimi anni sono stati avari di soddisfazioni. Del Piero? Da giovanissimo è stato centrale nel dominio targato Marcello Lippi, ha sollevato ogni trofeo nazionale e internazionale ma è finito in Serie B e vissuto i due settimi posti rimanendo anche fuori dall’Europa, prima di chiudere con un altro scudetto. Insomma: se i cicli sono lunghi, inevitabilmente ci saranno epoche diverse (anche agli antipodi) per quanto riguarda i risultati sportivi. Legato al punto di cui sopra, Donnarumma ha 21 anni e, dovesse scegliere di restare al Milan, ancora 10-15 anni di carriera rossonera: quante cose potrebbero accadere in così tanto tempo? Dieci anni fa per esempio il Diavolo vinceva lo scudetto, ne sono passati meno di 14 dall’ultima Champions League. Soprattutto, il Diavolo di oggi ha una rosa estremamente giovane che sta dimostrando di saper crescere a grandi passi: perchè non rimanere, vista con gli occhi di Donnarumma, e valutare qualche altro anno con la possibilità che davvero il progetto diventi vincente?