Marcella Contrafatto licenziata dal Csm. È finita così per l’ex segretaria di Piercamillo Davigo, finita sotto inchiesta a Roma per la diffusione dei verbali degli interrogatori resi dall’avvocato Piero Amara alla Procura di Milano. A deciderlo il plenum del Csm nel corso di una seduta secretata che si è svolta ieri. Lo ha confermato il legale dell’ex funzionaria, l’avvocato Riccardo Bolognesi, che in tarda serata ha ricevuto la notifica del provvedimento. Marcella Contrafatto comunque potrà presentare ricorso contro questa decisione al giudice del lavoro. «Sono amareggiata e delusa: mi hanno licenziato ritenendo che sia io la famosa postina dei verbali di Amara sebbene dagli atti emerga una verità diversa. La ritengo una gravissima ingiustizia e mi difenderò in tutte le sedi giudiziarie», ha fatto sapere la stessa tramite l’avvocato Alessia Angelini.
Nella fase pubblica della seduta che si è svolta a Palazzo dei Marescialli, l’ex segretaria di Piercamillo Davigo non aveva voluto rilasciare dichiarazioni al plenum.
MARCELLA CONTRAFATTO, LE PRECISAZIONI DELLA DIFESA
Invece il suo difensore ha rilevato «vizi» procedurali nel procedimento disciplinare, chiedendo comunque un differimento della decisione per esaminare «un’alluvione di documenti», cioè oltre mille pagine, collegati all’avviso di conclusione delle indagini che la Procura di Roma ha notificato nelle scorse settimane a Marcella Contrafatto e messi a disposizione della difesa solo qualche ora prima. Come evidenziato da Repubblica, l’avvocato ha precisato che l’inchiesta dei pm nei confronti dell’ex segretaria di Piercamillo Davigo riguarda solo i verbali che furono recapitati al togato Nino Di Matteo, invece il procedimento disciplinare aperto dal Csm riguarda anche il plico che venne inviato a Repubblica. Quindi, la difesa afferma che nessun procedimento riguarda la trasmissione dei verbali ad un quotidiano.