Attilio Fontana interviene sulla sua pagina Facebook per commentare l’iscrizione nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta sui camici alla Regione Lombardia. «Sono emotivamente coinvolto dall’abbraccio di solidarietà e di stima che mi avete manifestato per tutto il giorno», ha esordito il governatore lombardo. Il riferimento è alle telefonate e i messaggi con cui è stato sostenuto in queste ore «in cui anche manifeste maldicenze hanno avuto facile vetrina». Ma Fontana non si lascia scalfire da accuse e ipotesi di reato, nello specifico quella di frode in pubbliche forniture. «Adesso qualche ora di riposo, da domani si riprende come sempre il lavoro alla guida della Regione più bella del mondo», ha aggiunto. Ma ha voluto difendersi riguardo le voci su un conto svizzero e il suo presunto patrimonio: «Nelle dichiarazioni richieste dalle norme sulla trasparenza sono riportati nel dettaglio i miei patrimoni, non vi è nulla di nascosto e non vi è nulla su cui basare falsi scoop mediatici». (agg. di Silvana Palazzo)
FONTANA INDAGATO PER FRODE: “UN BONIFICO SOSPETTO”
Un bonifico sospetto, per questo Attilio Fontana è indagato per frode in pubblica fornitura nel caso camici in Lombardia. «Il fascicolo sulla fornitura dei camici viene aperto sulla base di una segnalazione di operazioni sospette trasmesso alla procura di Milano dal nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza», spiega il procuratore aggiunto di Milano, Maurizio Romanelli, come riportato da RaiNews. Il riferimento è ala segnalazione dell’Unione Fiduciaria. Stando a quanto riportato sempre da RaiNews, che cita fonti giudiziarie, Fontana avrebbe avuto un «ruolo attivo», ma non tanto in fase di assegnazione della commessa alla società di famiglia, quanto nelle fasi successive. Intanto la vicenda ha acceso il dibattito politico, con Matteo Salvini che subito si è schierato in difesa del governatore della Regione Lombardia. E da Bologna ha promesso: «Quando torniamo al governo la riforma della giustizia è una delle prime cose che abbiamo il dovere morale di fare, altrimenti le aziende scappano da questo Paese». (agg. di Silvana Palazzo)
FONTANA INDAGATO PER FRODE IN PUBBLICHE FORNITURE
Il governatore lombardo Attilio Fontana è indagato con l’ipotesi di frode in pubbliche forniture. Questa l’ipotesi di reato con cui risulta indagato il presidente della Regione Lombardia nell’ambito dell’inchiesta sulla partita di camici fornita da Dama, società di proprietà di suo cognato Andrea Dini e partecipata al 10% dalla moglie. Secondo quanto riportato da Askanews, gli inquirenti ritengono che Fontana abbia fatto partire un bonifico da 250mila euro alla Dama Spa da un conto svizzero con cui nel 2015 aveva fatto uno scudo fiscale per 5,3 milioni di euro, fino ad allora detenuti in due trust alle Bahamas. Quei 250mila euro, dunque, sarebbero un modo per «arginare il rischio reputazionale insito nei 75mila camici e 7mila set sanitari venduti per 513mila euro alla Regione il 16 aprile dalla Dama Spa». Quel bonifico, eseguito il 19 maggio, avrebbe parzialmente coperto il mancato profitto di Dini che il 20 maggio tramutò in donazione l’iniziale vendita di 75mila camici, rinunciando a farsi pagare quelli già consegnati.
Ma Unione Fiduciaria, incaricata di fare il bonifico, lo avrebbe bloccato in base alla normativa antiriciclaggio per mancanza di una casuale o una prestazione coerente con l’importo. Quindi è scattata la segnalazione di “operazione sospetta” all’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia che poi a sua volta la girò a Guardia di Finanza e Procura. La Gdf quindi acquisì gli atti della fiduciaria e il 9 giugno sentì il responsabile della funzione antiriciclaggio come teste. Due giorni dopo Fontana chiese alla fiduciaria di bloccare il bonifico. «Hanno ipotizzato una frode in pubbliche forniture ma l’hanno fatto come atto dovuto per determinate indagini che stanno approfondendo. Io aspetto gli eventi per cercare di capire qualcosa che allo stato non mi è chiaro, comprensibile», ha dichiarato l’avvocato Jacopo Pensa, legale di Fontana, ad Askanews. E ha spiegato che «il presidente non ha commesso alcun reato». (agg. di Silvana Palazzo)
FONTANA INDAGATO, M5S E PD CHIEDONO DIMISSIONI
Nuovi aggiornamenti sul caso camici Lombardia. Come vi abbiamo raccontato, il governatore Attilio Fontana è indagato per un tentato bonifico e nelle scorse ore è arrivato il commento della difesa dell’esponente leghista, riportato dai colleghi di Tg Com 24: «Ha voluto risarcire in coscienza il cognato ma tale risarcimento è rimasto lettera morta». L’avvocato Jacopo Pensa ha evidenziato che una volta venuto a conoscenza della fornitura, gli ha detto di trasformarla in donazione per evitare qualsivoglia equivoco, ma il risarcimento è rimasto comunque lettera morte.
Come preventivabile, la vicenda ha assunto connotati politici. Partito Democratico e Movimento 5 Stelle chiedono le dimissioni del presidente lombardo «per inadeguatezza e per aver mentito ai cittadini lombardi». Netto Pierfrancesco Majorino, eurodeputato dem: «É palesemente inadeguato. Ora pure l’inchiesta e le nuove ombre. A prescindere dall’esito della stessa per i disastri fatti è bene che se ne vada». (Aggiornamento di MB)
FONTANA INDAGATO, SALVINI: “SIAMO STUFI”
Il leader della Lega, Matteo Salvini, è il primo a commentare la notizia circa l’indagine nei confronti del presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, sulla questione dei camici forniti dalla Dama, azienda del cognato. Il numero uno del Carroccio difende a spada tratta il rappresentante dei lombardi: “Ne abbiamo abbastanza di queste indagini a orologeria e a senso unico – le sue parole riportate dai colleghi di Fanpage – la Lombardia, i suoi morti e le sue istituzioni meritano rispetto, siamo stufi“. Lo stesso pensiero è stato poi ribadito attraverso la pagina Twitter oggi, 25 luglio: “Attilio Fontana ‘indagato’ perché un’azienda ha regalato migliaia di camici ai medici lombardi. Ma vi pare normale? La Lombardia, le sue istituzioni, i suoi medici, le sue aziende e i suoi morti meritano rispetto. Malagiustizia a senso unico e ‘alla Palamara’, non se ne può più”. (aggiornamenti di Davide Giancristofaro)
FONTANA INDAGATO: “CERTO DELL’OPERATO DELLA REGIONE”
E’ indagato il governatore della regione Lombardia, Attilio Fontana. Come riferito nelle scorse ore dai principali organi di informazione online, a cominciare dal quotidiano Repubblica, il massimo rappresentante dei lombardi è finito sotto inchiesta nell’ambito della questione della fornitura di camici alla Regione. Nel dettaglio, gli inquirenti stanno cercando di fare luce su una “commessa” di camici della Dama Spa, la società a cui capo vi è Andrea Dini, il cognato proprio di Fontana. “Da pochi minuti ho appreso con voi di essere stato iscritto nel registro degli indagati – le parole dello stesso governatore riportate nelle scorse ore sulla propria pagina Facebook – duole conoscere questo evento, con le sue ripercussioni umane, da fonti di stampa. Sono certo dell’operato della Regione Lombardia che rappresento con responsabilità”. La fornitura attenzionata è un carico di ben 75mila camici dal valore di mezzo milione di euro (circa sei euro a capo), che la centrale acquisti della Regione, Aria, avrebbe appunto affidato alla Dama in data 16 aprile, in piena pandemia di coronavirus.
IL LEGALE DI FONTANA: “SAPUTO SOLO A COSE FATTE”
A riguardo, nella giornata di ieri era stato interrogato Filippo Bongiovanni, ex direttore generale proprio della centrale acquisti del Pirellone. Bocca cucita da parte del legale di Fontana, che nella notte ha rilasciato una breve dichiarazione dicendo: “Ho saputo delle forniture – si legge sull’edizione online di Repubblica – solo a cose fatte”. Per i pm, scrive ancora il quotidiano, si tratterebbe di un’assegnazione di fornitura senza gara avvenuta in conflitto di interessi proprio perchè la società fa capo al cognato di Fontana, e la moglie di quest’ultimo detiene anche una quota del 10% della stessa Dama, ma comunque ritenuta dagli inquirenti totalmente estranea ai fatti. Inoltre, come sottolinea Repubblica, la fornitura sarebbe stata trasformata in donazione solo dopo il servizio di Report, la trasmissione che di fatto ha illuminato la vicenda. Non è chiaro per quali reati è indagato Fontana, mentre Dini è accusato di turbata libertà della scelta del contraente, ma si è sempre dichiarato innocente.