Italia a rischio attacchi anarchici? A Barcellona c’è stato un blitz di cinque incappucciati al consolato generale, danneggiato e coperto con scritte contro lo «Stato omicida». A Berlino nel frattempo è andata a fuoco l’auto del primo consigliere dell’ambasciata. La miccia si è accesa anche a Roma, con gli anarchici che hanno dato vita ad una specie di manifestazione vicino piazza Trilussa che è degenerata tra cori di solidarietà ad Alfredo Cospito, in carcere al 41 bis contro cui è in sciopero della fame da due mesi), lanci di bottiglie e oggetti contro gli uomini delle forze dell’ordine. Gli scontri sono culminati con lanci di sedie, tavoli, bottiglie e cestini dei rifiuti: una vera e propria guerriglia, con i blindati delle forze dell’ordine schierati in assetto antisommossa. Un poliziotto è rimasto ferito alla testa durante gli scontri.
Per la premier Giorgia Meloni si tratta di «un attentato». Intanto la magistratura indaga concentrandosi sulla pista anarchica. Non solo Berlino e Barcellona, perché a fine dicembre era stato verniciato il portone del consolato a Porto Alegre, in Brasile, con diversi biglietti di solidarietà a Cospito. Due mesi fa era stata presa di mira anche Susanna Schlein, numero due dell’ambasciata di Atene, per le stesse ragioni. Ora la procura di Roma aspetta i rapporti di Digos e Ros per aprire un fascicolo e affidare l’inchiesta all’antiterrorismo. Il collegamento tra questi eventi appare evidente. L’ipotesi investigativa che sta seguendo l’intelligence è secondo Palazzo Chigi quella di un collegamento con gruppi di matrice anarchica mobilitati per solidarizzare con Alfredo Cospito.
CHI È ALFREDO COSPITO E LEGAME CON ATTACCHI
Alfredo Cospito è in carcere da dieci anni per il ferimento di Roberto Adinolfi, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, avvenuto nel 2012. Ma sta scontando anche la pena di 20 anni per alcuni attentati per aver diretto la Federazione anarchica informale, ritenuta dai giudici un’associazione a delinquere con finalità di terrorismo. Nel 2006 Cospito e altri anarchici posizionarono due bombe in due cassonetti davanti all’ingresso della caserma alla scuola allievi carabinieri di Fossano. L’esplosione non causò né morti né feriti. Per gli inquirenti, il primo ordigno doveva attirare gli agenti, il secondo serviva per colpire. Il reato contestato era la strage, ma per la Cassazione era strage politica, che prevede l’ergastolo come pena massima. Inoltre, rientra tra i reati ostativi. Dal maggio 2022 è stato sottoposto al regime del carcere duro, misura aggravata dal fatto che ci sono stati scambi di lettere con altri anarchici e scritti su riviste d’area. In sciopero della fame, Cospito ora è troppo debole, a detta del suo difensore. Le sue condizioni sono la causa della mobilitazione anarchica, con attentati e dimostrazioni che stanno facendo il giro del mondo.
ATTACCHI ANARCHICI, L’ALLARME DELL’INTELLIGENCE
Potrebbero non essere gli ultimi attacchi in nome di Alfredo Cospito. Oltre agli attentati dalla Spagna alla Grecia, dal Cile alla Germania, ci sono decine di detenuti in sciopero della fame in solidarietà con il detenuto italiano. Le forze della Prevenzione e i servizi di intelligence stanno affrontando la questione come un tema di sicurezza nazionale. In Italia il movimento anarco-insurrezionalista, anche se sopito rispetto al passato, rappresenta – stando a quanto riportato da Repubblica – il principale pericolo di natura terroristica. Non c’è un numero preciso di anarchici italiani, ma per gli analisti di polizia e carabinieri sono meno di un centinaio gli “operativi” che possono partecipare alle campagne. Le “cellule” attive sono una dozzina, ma è difficile considerarli gruppi organizzati, non essendoci una struttura verticistica. Le aree dove il Fronte rivoluzionario internazionale (Fai) sarebbe ancora attivo sono Toscana, Liguria, Piemonte, Milano, con apparizioni nel Lazio e in Campania. Nelle ultime informative di Polizia sono illustrate le modalità di azione dei gruppi (incendi e attentati dinamitardi) e i possibili obiettivi, come palazzi istituzionali e simboli, come infrastrutture per le telecomunicazioni (tralicci), sedi di Equitalia e delle forze di Polizia, auto del car sharing, banche. Ma con il caso Cospito ora nel mirino finiscono anche il ministero della Giustizia e il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria.