Roberto Speranza resta ancora sotto attacco, nonostante la mozione di sfiducia sia stata respinta. All’orizzonte non c’è solo la commissione d’inchiesta parlamentare sulla gestione della pandemia Covid, in ballo c’è pure la famosa inchiesta di Bergamo. A tal proposito, ci sono novità: dopo il caso del piano pandemico non aggiornato, spunta quello della definizione di caso Covid. Tra il 22 e 27 gennaio il Ministero della Salute decise di “restringere” la nozione di caso sospetto di coronavirus, presumibilmente sulla base di una valutazione discrezionale, non di una “rivisitazione” della nozione da parte dell’Oms, come scritto in un documento firmato da Francesco Maraglino, direttore dell’Ufficio ministeriale “Malattie trasmissibili e profilassi internazionale”. Di fatto vincolò la detection del coronavirus solo a chi aveva avuto contatti con la Cina nei 14 giorni precedenti.
Secondo Consuelo Locati, avvocato a capo del pool di legali coinvolti nella causa civile contro il governo intervenuto all’AGI, ritiene che così sia stata compromessa «l’individuazione immediata del contagio, la sorveglianza epidemiologica e quindi avrebbe facilitato la diffusione latente del virus, soprattutto in Lombardia e nel bergamasco e bresciano». Quindi, secondo l’avvocato Locati il ministero «dovrebbe spiegare ai cittadini sulla scorta di quali premesse abbia preso l’iniziativa di restringere la definizione di caso, in assenza di alcuna indicazione da parte dell’Oms».
DEFINIZIONE CASO SOSPETTO COVID, IL CASO DELLA MODIFICA
Questa vicenda è oggetto di accertamenti da parte della procura di Bergamo che indaga per epidemia colposa e falso in relazione alla relazione alla riapertura dell’ospedale di Alzano Lombardo dopo la scoperta dei primi casi di contagio. Stando a quanto riportato dall’AGI, gli inquirenti vogliono capire in base a quali indicazioni dall’alto abbiano agito i sanitari. «Non posso dire con certezza se ci fosse o meno questo documento dell’Oms, io l’ho cercato senza trovarlo», dichiara Giuseppe Marzulli, ex direttore medico del polo sanitario di Alzano Lombardo. Una cosa sicuramente dice di saperla: «La circolare ministeriale del 22 gennaio dava delle indicazioni corrette consentendo ai medici di sospettare casi di Covid anche in assenza di viaggi». Quindi, per Marzulli, «se questa definizione giusta fosse rimasta i medici avrebbero potuto chiedere di fare il tampone anche a chi aveva una polmonite anomala in assenza di altre circostanze». L’ipotesi di Marzulli, condivisa da Locati, è che la definizione sia stata cambiata «dal Ministero in via discrezionale perché se no sarebbero stata necessaria una quantità di tamponi che non c’era».
MARAGLINO E IL DOCUMENTO OMS “SPARITO”
Nella circolare del 22 gennaio del Ministero della Salute si afferma che vanno segnalati non solo i casi di chi ha infezione respiratoria acuta con febbre e tosse che ha richiesto ricovero in ospedale, ma anche quelli di chi ha una storia di viaggi a Wuhan nei 14 giorni precedenti l’insorgenza dei sintomi, chi è operatore sanitario e ha lavorato in ambienti con pazienti con infezioni respiratorie acute gravi, ma anche di persone con decorso clinico insolito o inaspettato, anche se è stata identificata un’altra eziologia. Ma questi ultimi casi nella circolare del 27 gennaio 2020 non ci sono più, restano solo i primi. Il 21 aprile 2020 Francesco Maraglino in una mail alla segreteria del viceministro Pier Paolo Sileri spiega che «la definizione di caso viene data dall’Oms e noi (come gli altri Stati) la cambiamo di conseguenza» e che l’Oms aveva rivisto questa definizione il 21 gennaio, con l’Italia che ha recepito con la circolare del 27 gennaio. Ma per l’avvocato Consuelo Locati le cose non stanno così, perché non vi è traccia di questo documento dell’Oms. Sul sito, infatti, «ci sono tre documenti di linee guida ad interim dell’11, 15 e 31 gennaio. In tutte queste, nel definire un caso sospetto si fa riferimento anche a persone affette da un’infezione severa acuta senza tener conto del luogo di residenza o di una ‘storia’ sospetta di viaggi». Il sospetto del legale è che questa modifica è stata apportata per la scarsità di laboratori e per la mancanza di scorte e approvvigionamenti di quanto necessario per il tracciamento.