Da oggi prende il via in Campania l’operazione di inserimento di 2.169 nuovi assunti in 158 amministrazioni locali. Il Formez – che ha gestito l’intera operazione – ha annunciato ufficialmente l’inizio dell’ultima fase del corso-concorso che ha visto la partecipazione di oltre 150mila giovani tra diplomati e laureati, quella che si chiama “training on the job”, cioè formazione sul posto di lavoro.



Alla presenza di oltre 150 sindaci convocati da Carlo Marino, presidente regionale dell’Anci, nella grande aula della Regione al Centro direzionale, il direttore di Ifel-Campania Pasquale Granata ha riassunto i dati dell’operazione “Piano per il Lavoro”. Con una spesa di circa 6 milioni si è riuscito in tempi relativamente brevi di portare a termine un mega-concorso per conto di oltre 250 amministrazioni locali.



Il Piano fu annunciato da De Luca circa tre anni fa e fu accolto con scetticismo dai ministri del governo Gentiloni. Fu in particolare Calenda a criticare l’approccio del governatore campano, che chiedeva a gran voce un piano nazionale di assunzione di 300mila giovani da inserire nella pubblica amministrazione meridionale. “I posti di lavoro li creano le imprese” tagliò corto l’allora ministro allo Sviluppo.

De Luca ovviamente ha avuto stamattina l’occasione per replicare e togliersi qualche sassolino dalle scarpe.

“Per anni abbiamo assistito inermi ad amministrazioni locali sempre più sguarnite. Tre anni fa uno studio delle nostre università ci segnalava la gravità della situazione, e non era ancora arrivata ‘quota 100’. Vorrei dire oggi a quel ministro: siamo proprio sicuri che il lavoro lo creano le imprese? E una pubblica amministrazione efficiente non crea lavoro?”



Ma De Luca non si fa sfuggire neppure l’occasione per tornare sulla fase di emergenza sanitaria appena conclusa. “Abbiamo retto bene nell’epidemia, con il contributo di tutti e un ruolo importante dei nostri sindaci, almeno quelli bravi. Per le nostre comunità un sindaco efficiente è una fortuna, un sindaco ‘fesso’ è un guaio passato”.

“Ci siamo salvati – ha proseguito il governatore campano – perché abbiamo chiuso tutto quello che si poteva chiudere. Prima, molto prima, che lo si decidesse a livello nazionale. In Campania si rischiava l’ecatombe, ed ora dobbiamo continuare ad essere prudenti”. Poi l’attacco al governo. “Sono indignato per la decisione di aprire le scuole il 14 settembre per poi votare il 20. Prepariamoci a settimane difficili. Dobbiamo fare decine di migliaia di tamponi al personale scolastico per mettere in sicurezza le scuole e dare serenità alle famiglie”.

De Luca è particolarmente orgoglioso del piano di sostegno alle imprese e alle famiglie predisposto in pochi giorni. “Un programma socio-economico che ha ben funzionato. I soldi alle piccole imprese sono arrivati in tre settimane. Abbiamo alzato a 1.000 euro la pensione a 230mila pensionati. Ci siamo dissanguati. Ma qui si finisce sotto usura anche per 500 euro”.

De Luca ora pensa all’imminente campagna elettorale e mira ad un successo plebiscitario che solo pochi mesi fa era impensabile.

“Siamo altrettanto orgogliosi del nostro piano del lavoro. I comuni italiani sono stati martoriati per oltre un decennio. Il cosiddetto risanamento finanziario è stato realizzato ai danni degli enti locali. Non è solo un tema di efficienza. Abbiamo letteralmente paralizzato la pubblica amministrazione con la minaccia perenne del reato di abuso d’ufficio, una legge sugli appalti cambiata tre volte in due anni e sistematicamente messa in discussione dagli innumerevoli pareri dell’Anac”.

“Questo è stato un concorso vero. Sentivo dire da qualche parte: ‘la solita infornata clientelare’. Io dico invece che oggi possiamo dire basta al precariato, ai cortei di finti disoccupati che pretendono la stabilizzazione. Chi ha vinto questo concorso può essere certo di averlo vinto per merito. Una rivoluzione in Campania. Ora vi prego – ha concluso tra gli applausi dei sindaci – non fateli entrare in contatto con quelli che ‘meno facciamo, meglio è’. Quelli lasciateli in quarantena, sono segnati dal tempo, non hanno voglia di fare più niente. Cerchiamo di non deludere questi ragazzi, abbiamo bisogno del loro entusiasmo”.

Il governatore ha dato così avvio alla sua campagna elettorale. Nello stesso giorno in cui de Magistris ha buttato la spugna e si è ritirato e un centro-destra dilaniato da ripicche e incomprensioni non è riuscito ancora a trovare il suo candidato.