Si riaccendono i riflettori sul caso di Denis Bergamini (all’anagrafe Donato Bergamini), calciatore del Cosenza in serie B alla fine degli anni ’80. La sua fama arrivò postuma con la sua morte il 18 novembre 1989. Il corpo fu trovato sulla statale 106 di una località affacciata sul Mar Ionio, Roseto Capo Spulico. L’ipotesi che fu considerata più accreditata fu quella del suicidio. Ora però, in sede di requisitoria, come apprendiamo da Dagospia, arriva la svolta: la fidanzata Isabella Internò lo soffocò prima di adagiarlo sull’asfalto.



La requisitoria si concluderà domani, 20 settembre, con la richiesta di accusa a carico della Internò. Gli elementi emersi sembrano infatti portare tutti all’ex fidanzata, smentendo sia la sua versione dei fatti sia la testimonianza di Raffaele Pisano, il conducente che guidava il camion sormontando il corpo di Bergamini.



CASO DENIS BERGAMINI: SU COSA SI FONDA L’ACCUSA ALL’EX FIDANZATA

Isabella Internò, salvo colpi di scena, sarà indagata per omicidio volontario in concorso di Denis Bergamini. Dai prelievi e dalle perizie sembrerebbe infatti essere emerso che il calciatore sarebbe morto per asfissia di compressione con un mezzo soft. Si sospetta che sia stata usata una sciarpa oppure un sacchetto per soffocare la vittima, per poi adagiare il corpo sull’asfalto e inscenare un suicidio. La Internò avrebbe sempre raccontato che Bergamini si sarebbe gettato sotto il camion. Le ultime indagini sembrerebbero però contraddirla.



La tesi del suicidio era sta già messa in dubbio nel 2017 alla luce delle analisi dei periti medico-legali. Le tempistiche si sono però protratte nel tempo prima di arrivare ad una svolta, dopo quasi 35 anni dal fatto. Mentre oggi i pm si sono occupati di ricostruire i fatti, domani toccherà invece alla posizione dell’imputata Internò, come specificato dal procuratore della Repubblica di Castrovillari Alessandro D’Alessio all’apertura della requisitoria di oggi.