Nella puntata di ieri de La Vita in Diretta, è intervenuto in collegamento nella parentesi dedicata al giallo di Denise Pipitone l’ex maresciallo dei Carabinieri, Francesco Lombardo, tra i primi ad intervenire subito dopo la notizia della scomparsa della bambina di Mazara Del Vallo. “Io sono intervenuto effettivamente il 3 settembre sul campo”, ha esordito, ovvero esattamente due giorni dopo la scomparsa di Denise avvenuta il primo settembre 2004. Lombardo è tornato sulle dichiarazioni di Gaspare Ghaleb, l’ex fidanzato di Jessica Pulizzi, il quale aveva detto di avere avuto contezza della sparizione della bambina dopo la telefonata di Jessica. Una bugia, almeno stando ai risconti delle forze dell’ordine. “I tabulati ci dicono che l’ultima telefonata fatta quella mattina da Jessica è alle 13.10, quando la notizia ancora sul Tg locale non c’era. Inoltre lui riferisce di essere sul divano davanti al televisore, che c’erano i cartoni animati, Dragon Ball e i Simpson ma quella programmazione era stata già sospesa”, ha riferito l’ex maresciallo. Qualcosa, dunque, non torna.



Alla luce degli ultimi riscontri, è possibile che Denise fosse monitorata e che la sparizione fosse stata organizzata? “Questa è un’ipotesi che ho sentito. Effettivamente sia Jessica che Gaspare quella mattina sono fuori”, spiega Lombardo. In particolare la Pulizzi si trova proprio nella zona in cui scompare Denise ed anche il ragazzo sarebbe nelle vicinanze. “Come orari sono abbastanza suggestivi però i contatti tra i due non ci sono, sono agganciati a celle diverse benché vicini”, ha aggiunto.



IL MARESCIALLO ADAMO INTERVIENE A LA VITA IN DIRETTA

Ad intervenire nel dibattito sulla sparizione di Denise Pipitone, è stata anche la criminologa Roberta Bruzzone che si è domandata come mai se Jessica finisce sotto processo con una ipotesi di reato gravissima è l’unica? “Mi pare di capire che ci sono una serie di persone che sembrerebbero avere alibi molto labili per quanto riguarda il sequestro”, ha aggiunto la Bruzzone. Il maresciallo Lombardo ha tentato di rispondere al dubbio della criminologa asserendo: “Noi all’epoca, come compito della polizia giudiziaria avevamo quello di raccogliere le informazioni e le prove e comunicarle poi al pm che doveva vagliarle, valutare se c’erano le possibilità di proseguire con un capo di accusa, non spettava poi a noi andare su questi temi. Le indagini noi le abbiamo fatte e comunicato le risultanze ma le valutazioni spettavano al pm”.



Secondo Lombardo non tutti nell’hotel dove lavorava Anna Corona avrebbero ricordato tutto perfettamente all’epoca dei fatti. “Se è uscita dalla lavanderia, la Adamo l’ha vista”, ha poi aggiunto. Successivamente però sarebbero giunte le amnesia da parte della collega. La Adamo, come spiega Lombardo, il primo settembre avrebbe messo l’orario di uscita dell’amica Corona: “La firma di Anna Corona messa alle 7.30 è messa con molta calma mentre l’uscita è messa con una certa fretta però è la sua, l’orario l’ha messo la collega. Quindi è successo qualcosa che l’ha indotta a uscire dall’albergo”, ha proseguito.