Nuovi aggiornamenti sul caso Elena Ceste. Assunti per trovare una “terza verità” da Michele Buoninconti – condannato in via definitiva a 30 anni di reclusione per l’omicidio della donna – gli investigatori della Falco Investigazioni denunciano la sparizione di alcuni reperti dal Tribunale di Asti. La difesa dell’uomo ha reso noto di essersi accorta di questa mancanza nel corso di una attività ispettiva sui reperti e ora chiedono chiarezza: come riportato dai colleghi di Sky Tg 24, il biologo forense Eugenio D’Orio e l’investigatore privato Davide Cannella hanno presentato formale esposto chiedendo l’invio ad Asti di ispettori ministeriali.



CASO ELENA CESTE: “SPARITI ALCUNI REPERTI DAL TRIBUNALE DI ASTI”

Gli investigatori assunti da Michele Buoninconti puntano a fare riaprire le indagini sull’omicidio di Elena Ceste e la presunta sparizione di questi reperti rappresenta un ingente danno: «Venendo meno i reperti viene di conseguenza meno la possibilità di esercitare i diritti alla difesa, come previsto dall’articolo 24 della Costituzione».



Il caso Elena Ceste è stato tra i più seguiti dai media negli ultimi anni: come ormai ben sappiamo, la 37enne sparì da Costigliole d’Asti lo scorso 23 gennaio 2014, lasciando un marito e quattro figli. Numerose le ipotesi messe in campo, dall’allontanamento volontario al suicidio, ma il ritrovamento del corpo – avvenuto nove mesi più tardi – portò gli inquirenti a battere un’altra strada, con il marito Michele Buoninconti accusato di omicidio e condannato in via definitiva a 30 anni di carcere.

Leggi anche

Michele Buoninconti si laurea in carcere/ Nel 2014 uccise la moglie Elena Ceste: condannato a 30 anni