Il processo nei confronti di Alberto Stasi, condannato per l’omicidio di Chiara Poggi in quel di Garlasco (provincia di Pavia, Lombardia), non sarà revisionato. A stabilirlo nella giornata di ieri è stata la Prima Sezione penale della Corte di Cassazione, che ha così rigettato il ricorso che i legali dello stesso Stasi avevano presentato contro la decisione del 2 ottobre dell’anno scorso, 2020, da parte della corte di appello di Brescia, che aveva dichiarato inammissibile l’istanza di revisione della condanna per l’omicidio della fidanzata dell’imputato, risalente al 13 agosto del 2007.



Gian Luigi Tizzoni, legale della famiglia di Chiara Poggi, ha commentato la decisione della Cassazione ai microfoni dell’AdnKronos: “I numerosi tentativi di ribaltare l’esito del processo effettuati in questi anni non hanno avuto effetto. La decisione della Cassazione conferma ancora una volta la responsabilità di Alberto Stasi al di là di ogni ragionevole dubbio”.



CASO GARLASCO, NO REVISIONE PROCESSO STASI: IL COMMENTO DEI LEGALI

Così invece Laura Panciroli, avvocato difensore di Alberto Stasi: “La difesa Stasi ha percorso ogni legittima strada per arrivare ad una verità processuale. Questo processo era e resta indiziario, ed è la sentenza di condanna che ha ribaltato due precedenti sentenze assolutorie. Se la Cassazione ha ritenuto accettabile l’inaccettabile ordinanza di Brescia, vorrà dire che ora la giustizia lascia spazio alle coscienze, di chi potrebbe portare verità su quei tragici fatti, di cui Alberto Stasi non è responsabile”. Prima della sentenza della Cassazione la stessa Panciroli aveva spiegato: “Sono stati individuati e sottoposti al vaglio della competente Corte di Appello di Brescia elementi nuovi, mai valutati prima, in grado di escludere, una volta per tutte, la sua responsabilità”. Alberto Stasi, dopo una doppia assoluzione, era stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere a dicembre 2015, di conseguenza allo stato attuale ha scontato poco più di cinque anni di galera. L’ex studente si è sempre dichiarato innocente, ma evidentemente la sua tesi non ha convinto i giudici.

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