Oltre all’inchiesta sul caso dossieraggi, un’altra vicenda scuote il mondo della lotta alla criminalità organizzata. Questa seconda indagine riguarda uno dei principali investigatori che per anni si sono occupati di inchieste sull’eversione di destra, sulle stragi degli anni bui della Repubblica italiana fino agli attacchi della mafia allo Stato nel biennio 1992-1993. Quest’inchiesta riguarda Massimo Giraudo, colonnello dei carabinieri accusato di comportamenti inappropriati che però sarebbero stati rubricati come stalking dalla procura di Roma. A muovere le accuse Donatella Di Rosa, nota come Lady Golpe. Negli anni ’90, su indicazione del marito, il colonnello Aldo Michittu, inventò un presunto colpo di Stato per giustificare un giro miliardario di ipotetiche mazzette, vicenda per la quale fu condannata a 8 anni di carcere per calunnia. Nel 2022, ormai libera, fu avvicinata da Giraudo, che avrebbe provato a convincerla a testimoniare nel processo su Piazza della Loggia, nella convinzione che Di Rosa potesse avere nuove notizie su mandanti ed esecutori, avendo avuto rapporti con ambienti di estrema destra di Brescia e dintorni.



Per convincerla, le avrebbe assicurato la protezione dell’Antimafia e la possibilità di dimostrare che la condanna che aveva subìto era ingiusta. Poi però l’uomo avrebbe iniziato a fare avance a Lady Golpe. La Verità, che ha visionato in parte il materiale fotografico e video che Giraudo avrebbe inviato a Donatella Di Rosa, parla di materiale che testimonierebbe perversioni e forse malattie. La novità è rappresentata dalla convocazione di Donatella Di Rosa dalla procura di Roma in quanto «persona offesa informata sui fatti». Quindi, si è presentata per rendere dichiarazioni sulla denuncia presentata a febbraio.



DONATELLA DI ROSA DOPO L’INTERROGATORIO

Stando a quanto riportato dalla Verità, la stesura del verbale di una pagina è durata circa mezz’ora. Donatella Di Rosa è stata sentita dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini e dal pm Pantaleo Polifemo, magistrato del gruppo violenze della procura di Roma. Lady Golpe, assistita dall’avvocato Arturo Ceccherini, ha confermato la volontà di consegnare il suo cellulare con le prove delle accuse contenute nella denuncia. Ora i magistrati devono valutare se sequestrare anche quello dell’indagato, anche se potrebbe trattarsi di un cellulare di servizio di un investigatore con una rete di conoscenze di alto livello. Comunque, c’è l’accordo per eseguire accertamenti tecnici irripetibili sul cellulare della denunciate alla presenza dei consulenti delle parti coinvolte, quindi verrà acquisita la copia delle chat di interesse. «Per me la cosa più importante è un’altra ed è il motivo per cui ho accettato di ricevere quelle schifezze: mi aveva detto che ero innocente e che lo avrebbe dimostrato», ha precisato Di Rosa, secondo cui potremmo trovarci di fronte al condizionamento di un testimone.



L’obiettivo della presunta vittima è far capire alla procura di Roma che la parte sessuale le interessa relativamente: «Per me è importante che sia chiaro che un ufficiale dei carabinieri può schiacciare una teste, anche se si tratta di Lady Golpe, può subornarla, perché lui è una potenza nel suo ambiente. Quando colpimmo Franco Monticone (accusato di essere un golpista, ndr), che era un generale, nessuno ebbe i riguardi che adesso tutti sembrano avere per Giraudo. Perché tutta questa protezione? Le cose giuste che ha fatto resteranno, le investigazioni dove ha messo del suo crolleranno, ma non sarà colpa di altri, sarà solo colpa sua».

“C’ERA UN CLIMA STRANO ALLA PROCURA DI ROMA…”

Donatella Di Rosa alla Verità ha raccontato che gli inquirenti le hanno detto di non cancellare nulla dal telefono, anche ciò che non riguarda il colonnello Massimo Giraudo. «Mi hanno spiegato che le mie conversazioni personali non verranno lette o estratte. Mi hanno rassicurato anche su miei possibili scatti intimi. Io li ho tranquillizzati: Giraudo mi aveva chiesto di mandargli foto e filmati, ma mai lo avrei fatto nella vita. Anche perché, sono una signora di 65 anni. Non scherziamo». In procura Lady Golpe ha spiegato di avere una grande sfiducia nella giustizia, ma vuole fare un ultimo tentativo.

Riguardo la reazione dei pm alle sue accuse, Di Rosa ha riportato: «Sorridevano un po’ imbarazzati. C’era un clima strano. Ritengo che da parte loro sia giusto e corretto voler vedere il materiale. Ma Giraudo non lo hanno quasi mai nominato per nome. Mi hanno solo domandato se confermassi il contenuto della denuncia che ho presentato e se ci fossero stati con il colonnello contatti successivi ai fatti descritti. Ho spiegato che era impossibile perché l’ho bloccato sul cellulare da dicembre». I magistrati le hanno anche chiesto se Giraudo l’avesse denunciata: «Perché avrebbe dovuto farlo? Perché lo avevo provocato con il mio sex appeal di donna con disturbi alimentari che pesa 37 chili?». Donatella Di Rosa ha aggiunto di aver dichiarato alla procura di Roma di aver contattato, per informarli della sua vicenda, Nino Di Matteo, Melillo e Chiara Colosimo per chiedere spiegazioni. «Mi risulta che Di Matteo abbia convocato Giraudo, di più non so».