Sarà con grande probabilità Italia Viva l’ago della bilancia nella richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini per il caso Gregoretti. Gli esponenti del partito di Matteo Renzi hanno fatto sapere nelle ultime ore che vorranno prima leggere le carte, per poi decidere se votare sì o meno alla richiesta di cui sopra. “Senza isterismi e senza sventolare cappi e manette, come si fa nei Paesi civili” le parole del capogruppo di Italia Viva al Senato, Davide Faraone. Lo stesso Faraone, che era a salito a bordo della Diciotti durante uno dei famosi casi avvenuti a inizio anno, ha poi aggiunto: “Quando si deve decidere se mandare a processo o meno un uomo, non capisco cosa ci sia di strano nel dire: approfondiremo, guarderemo le carte e poi decideremo”. La cosa certa è che IV, nella giunta che deciderà, gode di tre esponenti, leggasi i senatori Francesco Bonifazi, Giuseppe Cucca e Nadia Ginetti, due in più rispetto al Partito Democratico. Pro Salvini sono 10 al momento, i 5 leghisti, i quattro di Forza Italia e uno di Fratelli d’Italia, un totale di dieci. Contro il leghista sono altrettanti, leggasi 6 del M5s, Pietro Grasso di Leu, nonchè Gregorio De Falco e Durnwalder e il democratico. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MATTEO SALVINI, CASO GREGORETTI: IL LEGHISTA PREPARA GLI INCARTAMENTI
Non ci sta Matteo Salvini a passare come capro espiatorio nella vicenda Gregoretti. Il leader della Lega, dopo aver preso nota che il Movimento 5 Stelle di Di Maio voterà “sì” all’autorizzazione a procedere nei suoi confronti, starebbe preparando le contromosse. Come scrive Repubblica, e come riportato da numerosi altri organi di informazione, il leghista avrebbe conservato copia delle interlocuzioni scritte avvenute durante lo scorso mese di luglio, in pieno “caso Gregoretti”, una serie di contatti fra il ministero dell’interno, la presidenza del consiglio, il ministero degli affari esteri e altri organismi comunitari, che proverebbero la collegialità della decisione. Inoltre il Carroccio fa riferimento ad una dichiarazione rilasciata in tv da parte del ministro della giustizia, Bonafede, in cui si parlava di “dialogo fra ministeri”, nonchè di una posizione comune del governo sulla vicenda. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MATTEO SALVINI, CASO GREGORETTI: IRA CONTRO BONAFEDE
Dopo aver messo nel mirino Conte e Di Maio per la posizione assunta sul caso Gregoretti, Matteo Salvini si è scagliato contro il ministro della Difesa Alfonso Bonafede. Il guardasigilli pentastellato ha commentato così la vicenda ai microfoni di Radio Capital: «Non posso commentare le indagini in corso in qualità di ministro, ma posso constatare che per il Movimento 5 Stelle si tratta di una vicenda diversa da quella della Diciotti. Luigi Di Maio ha detto che ci sono i presupposti per dare parere favorevole al processo, visto che c’era la possibilità della redistribuzione nei diversi Paesi». Non è tardata ad arrivare la replica del leader della Lega: «Il signor Bonafede è coerentemente disastroso. Mentre con la sua ‘riforma’ si prepara a tenere sotto processo a vita milioni di italiani, l’incapace Bonafede invoca il processo per Salvini. Condivido la richiesta avanza dagli avvocati italiani: dimissioni», riporta Repubblica. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
GREGORETTI, SALVINI ATTACCA CONTE E DI MAIO
Sono dure le parole dell’ex ministro dell’interno, Matteo Salvini, nei confronti di Luigi Di Maio e Giuseppe Conte, ex alleati di governo che lo stesso leghista accusa di avergli voltato le spalle. Il tema della discussione è la richiesta del tribunale dei ministri di Catania, di procedere nei confronti del leader del Carroccio a seguito del caso della nave Gregoretti. “Se si andrà a processo – dice Salvini al Corriere della Sera – idealmente in quel tribunale ci saranno con me milioni di italiani. In questi mesi – ha aggiunto – sto conoscendo la doppia faccia di Conte e Di Maio. Mi dispiace quando ci sono persone che perdono l’onore. È chiaro che per non litigare con il Pd loro si rimangiano tutto quello che avevano detto e fatto”. Il giorno fatidico sarà il 20 gennaio, quando si voterà appunto l’autorizzazione a procedere, e al momento, tenendo conto che il Movimento 5 Stelle molto probabilmente voterà sì, è molto probabile che alla fine il processo si farà.
CASO GREGORETTI, SALVINI: “PER CERTI VERSI VORREI FINIRE IN AULA”
”È una cosa surreale – prosegue Salvini – Per un certo verso, anche se gli avvocati mi suggeriscono il contrario, sarei curioso di finire in aula”. L’ex titolare del Viminale è accusato di sequestro di persona: “Io sarei peggio di uno stupratore – continua Salvini – Per lo stupro la pena è 12 anni, per il sequestro 15 anni. Detto questo, noi stiamo preparando tutta la documentazione. Al termine di quattro giorni di presunto sequestro ottenemmo che 5 paesi europei si suddividessero gli immigrati. Una cosa è certa: lo rifarei”. L’ex vicepresidente del consiglio torna quindi sulla querelle con gli ex colleghi di governo, ed in particolare con Di Maio: “Credo che tutta la dignità l’abbia messa nel decreto del 2018 – sostiene – ha cambiato idea sui miei processi come l’ha cambiata su tante altre cose”. Infine uno sguardo al futuro del governo e del paese: “Chiariamo: dopo Conte c’è soltanto il voto. Appena salta questo governo, l’unica via sono le elezioni e il prossimo premier sarà scelto da un Parlamento nuovo. Altro paio di manico è dire: Ascoltate. Ascoltate Confindustria, Coldiretti, i sindacati, le associazioni… E se avanza tempo, anche le opposizioni”.