Per Beppe Grillo è inopportuno che un avvocato sia protagonista in un processo che riguarda il figlio di un avversario politico. Il riferimento è all’avvocato Giulia Bongiorno, senatrice della Lega e presidente della commissione Giustizia che rappresenta una ragazza che sostiene di essere vittima di violenza sessuale di gruppo. Il fondatore del Movimento 5 Stelle, che invece è il padre dell’imputato per stupro, tralascia dal canto suo di parlarne di un fatto personale in tv. Bongiorno, comunque, non ritiene di essere in conflitto di interessi, anzi rilancia, come riportato dal Corriere della Sera: «È stata proprio l’esperienza maturata nei processi con donne vittime di violenza a permettermi di dare un contributo decisivo alla scrittura di leggi in favore delle donne. Penso per esempio a quella sullo stalking e al Codice rosso. Il confronto con le donne mi ha permesso di scoprire delle lacune che ho cercato di colmare attraverso il mio lavoro in Parlamento. Avrei saputo scrivere quelle leggi se non avessi maturato questa esperienza sul campo? Credo di no».



Per Gian Domenico Caiazza, già presidente delle Camere penali, «l’incompatibilità non c’è, ha una funzione parlamentare e non di governo». Pur riconoscendo il fatto che Bongiorno abbia un peso, oltre che prestigio, ritiene che l’opportunità non possa essere codificata. «La domanda sul conflitto tra due politici che si avversano è suggestiva, ma nel caso di specie l’inopportunità proprio non la vedo, semmai è Grillo che chiede trattamenti speciali per suo figlio, e che certamente li considererebbe inaccettabili per altri. E non vale soltanto per Beppe Grillo, direi la stessa cosa anche per il figlio di Ignazio La Russa».



MICHELLE HUNZIKER DIFENDE GIULIA BONGIORNO “ALCUNE IDEE DIVENTATE LEGGI GRAZIE A LEI”

Va anche tenuto conto del fatto che in Parlamento ci sono 114 avvocati in questa legislatura, ma non si chiede a nessuno di loro di rinunciare alla professione. «La mia notorietà non dipende dalla carica parlamentare; piuttosto le mie competenze sono al servizio della collettività. Ho iniziato a lavorare a 28 anni nel processo Andreotti e ho prestato il mio patrocinio in tanti processi che hanno avuto ampia risonanza ben prima di essere parlamentare», insiste l’avvocato Giulia Bongiorno, come riportato dal Corriere della Sera. Ritenere la dichiarazione di Beppe Grillo, per estensione, un riferimento anche all’opportunità di Bongiorno di astenersi dal partecipare al processo, sarebbe una forzatura, infatti nessuno ha rilanciato la tesi, neppure nel M5s c’è chi evoca un conflitto di interessi.



L’ipotesi, comunque, viene respinta da Bongiorno: «Se si estremizzasse il concetto di conflitto di interessi, si arriverebbe all’assurda e illiberale conseguenza di dover ammettere solo parlamentari di professione, perché chiunque svolga un’attività o una professione è un potenziale portatore di interessi della categoria alla quale appartiene». Michelle Hunziker, che ha fondato la onlus “Doppia difesa” nel 2007, non entra nel merito della vicenda, ma come riportato dal Corriere afferma: «Alcune idee nate aiutando le donne che vengono a Doppia difesa sono diventate leggi anche grazie a Giulia, noi teniamo sempre separate politica e fondazione ma è ovvio che chi sta in Parlamento può fare tanto per le donne e Giulia lo sta facendo».