Si torna a parlare del giallo di Temù, con la morte di Laura Ziliani che vede in carcere le due figlie e Mirto Milani, fidanzato di una delle donne e amante dell’altra. Il caso è stato trattato da Lombardia Nera che ha posto l’accento sui possibili complici nella vicenda. I dubbi, in particolare, si sono concentrati sui genitori di Mirto Milani: possibile che abbiano avuto un ruolo?



“Si sono presentati tutti e tre addolorati, si sono confidati e mi hanno chiesto una benedizione”: queste le parole del prete Don Ugo Patti in riferimento a Mirto Milani ed ai suoi genitori. E’ proprio nella chiesa di Roncola, in provincia di Bergamo, che prima del suo arresto avviene un incontro tra il don ed il ragazzo e la sua famiglia. “La mamma era molto preoccupata perché diceva che sembrava che li osservassero come criminali e temeva di essere intercettata ed erano preoccupati perché non potevano permettersi di dire nulla in libertà, per come avrebbero potuto interpretare i loro discorsi alla luce di questi fatti”. La mamma di Laura Ziliani, nel frattempo, aveva dato alcune indicazioni che si sarebbero rivelate importanti ai fini delle indagini.



Caso Laura Ziliani: ipotesi complici e cause morte

L’ombra dei complici nel caso di Laura Ziliani non sarebbe così remota: “Credo che gli investigatori stiano valutando questa possibilità”, ha commentato Laura Marinaro, inviata del settimanale Giallo. Al momento però non sarebbe emerso nulla di rilevante. “Non è detto che i complici possano essere davvero i parenti di Mirto”, ha aggiunto la giornalista. Non è escluso però, a suo dire, che la madre di Mirto sapesse dell’omicidio pur non avendo avuto probabilmente alcun ruolo concreto. In tal caso tuttavia rischierebbe l’accusa per favoreggiamento, come spiegato dall’avvocato Silvia Germinara: “perché lei non è un familiare diretto delle due ragazze quindi ha l’obbligo di denuncia”.



In caso di favoreggiamento, le pene sarebbero nell’arco di 4-5 anni di reclusione in base all’apporto materiale dato da questa conoscenza. In merito al triangolo amoroso ed ai possibili complici, il criminologo Franco Posa ha aggiunto: “E’ chiaro che c’era un rapporto tossico tra i tre pilastri, ma questo rapporto va oltre in quanto viene coinvolta la famiglia di Mirto che è molto attiva in un modo che non ritengo così giustificato”. Non è tuttavia escluso che proprio i genitori di Mirto siano essi stessi delle vittime del piano del ragazzo e delle due sorelle. Le ipotesi al vaglio degli inquirenti, al momento, restano tutte aperte. Altro aspetto degno di nota, l’impossibilità ad ora di stabilire in che modo sia realmente morta Laura Ziliani. Bisognerebbe dunque dimostrare che sia stata uccisa. L’ipotesi del soffocamento, tuttavia, si fa sempre più concreta.

Lo sfogo di Mirto con il prete

Ai microfoni di Lombardia Nera, don Ugo Patti ha aggiunto ulteriori dettagli relativi alle sue conversazioni con Mirto Milani: “Mirto in quell’occasione mi ha raccontato che lui aveva iniziato ad informarsi di presunti accusati innocenti che erano finiti in carcere e avevano passato anni in carcere rivelandosi poi innocenti e tornando in libertà dopo molti anni. Lui diceva, io ormai sono così: se mi va bene ho la vita rovinata perché mi hanno accusato di questo, se mi va male posso finire in carcere e quando diranno che sono innocente poi uscirò tra 15 anni”. Queste le sue confidenze poco prima del suo arresto e che potrebbero rivelarsi oggi molto importanti.

Mirto si senti che sarebbe andata a finire male: “Si, diceva che stanno costruendo queste cose e che se non si trova chi è stato realmente io finisco dentro perché gli indizi sono questi”. Il ragazzo lo ha trovato “provato, con un taglio di capelli alla militare, cosa che mi aveva molto colpito”, ha spiegato il prete. Lui disse ancora che non era abituato ad usare i social e questo a suo dire lo avrebbe penalizzato perché in caso contrario avrebbe potuto “documentare” dove fosse e cosa facesse.