Continua ad essere un giallo irrisolto quello di Liliana Resinovich, la donna trovata senza vita a gennaio 2022 nei boschi di Trieste. Di recente è stata disposta la riesumazione della salma e il prossimo 15 febbraio si eseguirà la nuova autopsia. “Io ero in fibrillazione per il mancato arrivato a casa mia fin da subito – le parole di Claudio Sterpin, amico di Liliana Resinovich, riferendosi al giorno della scomparsa della donna, il 14 dicembre 2021 – lei quando faceva ritardo mi chiamava. Il giorno dopo ho fatto denuncia di scomparsa, immaginando che lei non avrebbe potuto mettersi in contatto con me perchè se avesse avuto un telefonino mi avrebbe avvertito. Io l’ho chiamata più volte quella mattina perchè non era da lei fare ritardo senza avvertirmi. Io ho sempre dato la mia versione alla polizia, ribadendo il mio rapporto, i miei dubbi e le mie paure”.



Sergio Resinovich, fratello di Liliana, ha aggiunto: “Tre giorni dopo mi ha chiamato Sebastiano e mi ha detto che senza Lily lui non sarebbe riuscito a vivere visto che aveva 500 euro al mese, sono rimasto stranito perchè prima bisognava andare a cercare mia sorella. Poi la domenica successiva gli ho detto che mia figlia aveva mandato un’email a Chi l’ha visto e da quel giorno non abbiamo più parlato. Io volevo mettere delle foto assieme a lui di Lily ma invece lui mi ha sempre detto di no”. Sul rapporto con Claudio Sterpin: “Non lo sapevo di questo rapporto ma sono certo che me l’avrebbe detto dopo aver messo tutte le cose a posto”. E ancora: “Non capisco come mai è stato subito impostato tutto come suicidio”.



CASO LILIANA RESINOVICH, MARANO: “SEBASTIANO HA DETTO TUTTO E IL CONTRARIO DI TUTTO”

Gabriella Marano, consulente della famiglia di Liliana Resinovich, aggiunge in collegamento con Storie Italiane: “Sebastiano (il marito della vittima ndr) ha sempre detto tutto e il contrario di tutto su ogni cosa, com ad esempio per quanto riguarda la borsa. Questa vicenda non si può chiudere fra cui anche con le bugie che ha detto il marito”, parole da cui ovviamente noi prendiamo le distanze.

In studio l’avvocato Sgrò contesta le indagini: “Forse c’è stata un po’ troppa leggerezza voler indagare subito sul suicidio”, e non è la prima volta che si punta il dito nei confronti delle indagini. La speranza è che a breve si possa fare finalmente luce su questo giallo. Sergio Resinovich aggiunge e conclude: “Tutti Italia chiede cosa è successo, la procura dovrebbe indagare come va fatto, a quello che hanno dichiarato non ci crede nessuno”.