“Ho chiesto ai membri del Cda di Aria di fare un passo indietro. In caso contrario azzererò lo stesso, affidando all’attuale direttore generale, Lorenzo Gubian, la guida della società”. Così ieri il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana – dopo avere ricordato che sabato scorso “un quarto del totale dei vaccini effettuati in Italia sono stati fatti in Lombardia” – ha preso di petto il nodo della centrale acquisti lombarda. A spingerlo in questa direzione, il caso dell’hub di CremonaFiere, dove nel week end a fronte di 600 dosi di vaccino disponibili si sono presentate all’alba solo 58 persone, “convocate” via sms da Aria Lombardia. Ma soprattutto sono state le parole pronunciate in mattinata dal leader della Lega, Matteo Salvini: “Non sono più ammesse incertezze. Dobbiamo correre, ma in tutta Italia. Se qualcuno ha sbagliato, rallentato o non ha capito, paga, viene licenziato e cambia mestiere, come accade in qualsiasi impresa privata”.



Nata da un’idea di Roberto Maroni, Aria (l’acronimo sta per Azienda Regionale per l’Innovazione e gli Acquisti) ha l’obiettivo di semplificare le procedure, evitare gli sprechi e far risparmiare la Regione (2 miliardi all’anno con procedure di gara aggregate). Nasce dalla fusione di tre partecipate: il primo passaggio avviene nel 2019, con il “matrimonio” fra Arca (Azienda Regionale Centrale Acquisti) e Lombardia Informatica; poi, nel luglio 2020, sarà della partita anche Infrastrutture Lombarde.



Affidata al presidente Francesco Ferri, considerato molto vicino a Berlusconi, Aria è una società con 600 dipendenti, che – come si legge nel sito – “opera secondo il modello dell’in house providing; in particolare oltre l’80% del proprio fatturato è effettuato nello svolgimento dei compiti ad essa affidati da Regione Lombardia”. E nel suo primo anno di attività Aria consente alla Regione di risparmiare 1,2 miliardi di euro “negli acquisti di beni e servizi per i cittadini con l’aggiudicazione di 125 gare”.

Poi è arrivata l’emergenza Covid e Aria si è trovata più volte al centro delle pagine di cronaca, tanto che a luglio l’allora direttore, Filippo Bongiovanni, indagato, ha chiesto di essere destinato ad altro ruolo e viene sostituito da Lorenzo Gubian, ex direttore di Azienda Zero, l’unità operativa dei sistemi informativi che gestisce le Asl in Veneto.



Ma per Aria la vera prova del nove è la gestione delle prenotazioni per la campagna vaccinale, dove finora non sono mancati intoppi e disguidi. Già l’11 marzo Guido Bertolaso, consulente del presidente Fontana per l’attuazione e il coordinamento del piano vaccini anti-Covid in Lombardia, con un post su Facebook pubblicava una foto con decine di anziani in coda, in attesa del vaccino all’ospedale Niguarda, a Milano. Cosa era successo? Un invio errato degli sms di conferma da parte di Aria aveva portato alla convocazione di 900 anziani, un terzo in eccesso rispetto alle dosi disponibili. “La coda degli anziani fuori dal centro vaccinale di Niguarda per gli errori di Aria – aveva stigmatizzato Bertolaso – è una vergogna. Ho mandato la Protezione civile ad assisterli, mi scuso con tutti loro”.

Ma non è questo l’unico inconveniente in cui è incappata Aria: centinaia di persone si sono lamentate perché per farsi somministrare la dose hanno dovuto cambiare provincia, addirittura in alcuni casi si sono sobbarcati spostamenti di oltre 100 chilometri e con convocazioni dalla sera per la mattina o con sms inviati dopo l’orario previsto. Fino al caso dell’hub vaccinale deserto di CremonaFiere (dove intanto la situazione è tornata alla normalità), che ha indotto Letizia Moratti, vicepresidente e assessore al Welfare, a lanciare un tweet pesantissimo: “L’inadeguatezza di Aria Lombardia incapace di gestire le prenotazioni in modo decente rallenta lo sforzo comune per vaccinare. È inaccettabile”. Risultato: iniziata a metà febbraio, dopo un mese non tutti gli over 80 hanno ricevuto l’sms di convocazione.

È pur vero che problemi sulle prenotazioni si sono verificati anche in altre regioni. Per esempio, il presidente del Veneto, Luca Zaia, presentando ieri un nuovo modello di prenotazione online, ha ammesso: “Ci scusiamo con chi ha disservizi, ma la mole di vaccinazioni è importante, circa 4 milioni di veneti. Se qualcuno pensa che questo sia un percorso lineare da qui all’ultimo vaccino, non ci punti un soldo: abbiamo a che fare con un saliscendi di arrivo delle dosi, per esempio. Per questo stiamo lavorando per le prenotazioni dirette dei cittadini”.

Tornando ad Aria, come si spiega il caos prenotazioni? Il problema è soprattutto informatico. La metodologia di gestione del software – di per sé già complessa e appesantita da un archivio della popolazione non del tutto preciso – è tale che lascia troppo spazio agli errori umani. Fare tutti gli invii singolarmente e centralmente va incontro a una serie di problemi che sarebbero stati gestiti diversamente nel caso si fosse adottata una strategia più diffusa. Per quanto i volumi siano ancora bassi, infatti, la gestione locale è ancora basata su molte “eccezioni”: le consegne delle dosi continuano a essere erratiche e le categorie da vaccinare sono mobili, visto che si lavora in contemporanea su quattro “bersagli” differenti (over 80, vulnerabili, operatori della scuola, forze di polizia).

Con il piano Figliuolo – che prevede di tornare al sistema per fasce d’età, accantonato invece dall’ex commissario Arcuri – e grazie all’imminente utilizzo del più collaudato software di Poste Italiane per la gestione delle prenotazioni (già utilizzato da altre tre o quattro Regioni), i problemi dovrebbero via via trovare soluzione, soprattutto in vista della fase di vaccinazione massiva che partirà da metà aprile.

Sta di fatto che, nonostante la partenza ritardata e il caos prenotazioni online, la Lombardia ha già somministrato quasi 1,3 milioni di dosi (400mila in più rispetto al Lazio, che è al secondo posto per numero di punture) e che proprio sabato scorso, come già detto, ha fatto registrare il record nazionale.

Ma è anche vero che da oltre un anno la sanità della Lombardia è nel mirino. E sono in tanti a volerla vedere… saltare in Aria.

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