“Aspetto risposte, come tutta la mia famiglia”. Così ha parlato Federica P., la figlia di Maria Chindamo, la donna che è scomparsa a maggio del 2016 nelle campagne del vibonese, e che secondo una recente rivelazione di un pentito di mafia, sarebbe stata uccisa e dato in pasto ai maiali. “Non ho perso la fiducia – prosegue Federica parlando con i microfoni de Il Fatto Quotidiano – ma dopo cinque anni inizio a vacillare. Sono lunghi cinque anni di indagini, sono stanca di aspettare”.
Maria Chindamo potrebbe essere stata una delle tante vittime della cosiddetta “lupara rosa”, gli omicidi di mafia ai danni del gentil sesso: “Non riesco a pensarlo, non si può arrivare a descrivere un atto del genere, non siamo nel Medioevo. Tanti mi chiedono ‘Ma secondo te perchè?’. Ma nemmeno gli animali si comportano così, non c’è un perchè”.
CASO MARIA CHINDAMO, LA FIGLIA FEDERICA: “HA SEMPRE FATTO SCELTE LIBERE”
Federica ha spesso parlato di sua mamma come di una donna libera, così come aveva spiegato tra l’altro anche pochi giorni fa il fratello della stessa Maria, Vincenzo: “Lei nella vita ha fatto scelte libere – ha continuato Federica – non si è mai preoccupata di quello che pensava la gente, del ‘pari bruttu’ come si dice giù. E’ stata sempre molto consapevole e indipendente, e una donna così in una terra così può spaventare, può dar fastidio”. Federica ha quindi rivolto un appello a chi probabilmente ha visto qualcosa ma ha paura di parlare, di testimoniare, ma anche agli stessi assassini: “Voglio fare un appello a chi ha commesso il crimine nei confronti di mia madre: mia madre era una sorella, una figlia e una madre. Loro non hanno una figlia, una sorella, una mamma? Non hanno pensato a loro mentre hanno fatto a pezzi la mia di famiglia? Chiedo a queste persone di mettersi una mano sulla coscienza, di aiutare a trovare la verità, fatevi avanti”. La collega Maddalena Oliva ha quindi chiesto a Federica cosa le mancasse di sua mamma Maria Chindamo e lei ha replicato: “Semplicemente lei, se non trovassero il corpo? Sarebbe almeno una certezza, anche se terribile”.