La vicenda della fonderia di Marcheno è stata affrontata nel corso dell’ultima puntata di Lombardia Nera. Si va sempre di più verso la sentenza del processo sulla morte di Mario Bozzoli e che vede come unico indagato il nipote Giacomo. Un caso che è in corso dal 2015 ma che a poche udienze dalla chiusura del procedimento è tutt’altro che concluso con il ritorno al centro della vicenda del forno. Una delle ipotesi iniziali relative al caso, era stata quella secondo la quale il corpo di Mario Bozzoli potesse essere stato messo in un forno. A commentare l’eventualità ai microfoni della trasmissione di Antenna 3 è stato Mario Ligabue, ex consulente sicurezza fonderia, che ha spiegato: “Era difficile perché il forno era abbastanza piccolo ma la bocca di ingresso del forno da cui alimentavano alcuni prodotti nel forno era tale per cui un corpo poteva entrare, a fatica ma poteva entrare”. L’ex consulente aveva aggiunto: “Un corpo inerte poteva entrare se spinto dentro”.



L’ingegnere Mario Ligabue, per diversi anni prima della scomparsa di Mario Bozzoli è stato consulente esterno per la sicurezza nella fonderia di Marcheno. Ed ora anche nel processo a carico del nipote Giacomo l’ipotesi del forno torna alla ribalta. Per tale ragione la Corte d’Assise ha disposto in corsa una perizia per verificare quale reazione provocherebbe l’inserimento di un cadavere nel forno.



Caso Mario Bozzoli, forno torna centrale: l’esperimento con maiale

Inizialmente le indagini sulla sparizione di Mario Bozzoli si concentrarono proprio sulla fumata anomala registrata la sera della scomparsa dell’uomo, ovvero l’8 ottobre 2015. Pista poi scartata sia dai consulenti dell’accusa che della difesa. Fu quindi ipotizzato che il cadavere venne portato fuori dall’azienda e portato forse in auto in un sacco usato per le scorie. Adesso però torna l’ipotesi secondo la quale Bozzoli sarebbe stato buttato nel forno ed a rilanciarla è stato il consulente delle parti civili, Giorgio Portera. Per fugare ogni dubbio, il presidente della Corte ha quindi disposto la nuova perizia.



L’ex consulente Ligabue ha commentato: “Dalle dimensioni del forno è possibile che un corpo sia messo dentro, non naturalmente dal nastro trasportatore ma dal portello di controllo della fusione”. In aula, tuttavia, Giancarlo Farina, chimico e consulente della difesa, ha escluso l’ipotesi sulla base di un esperimento compiuto in un laboratorio a Padova usando della carne di maiale. Come risultato è uscita una nube di fumo nero e l’aria è diventata irrespirabile. A suo dire, dunque, sarebbe impossibile dal momento che la fonderia si sarebbe riempita di fumo nero e fuliggine. Ad oggi resta dunque il mistero su come sia morto Mario Bozzoli e non è escluso che proprio questa incertezza possa contribuire a scagionare il nipote Giacomo che si è sempre proclamato innocente.