L’avvocato Anna Maria Bernardini De Pace è intervenuta ai microfoni de “La Vita in Diretta” per commentare l’assoluzione di Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni dalle accuse connesse alla morte di Martina Rossi: “Non c’è una logica, né una spiegazione. Sono state cambiate versioni, ma come donna non è accettabile. Come mai non si sono mai trovati i pantaloncini della ragazza? Forse perché erano strappati?”. Il legale ha poi dichiarato: “Da cittadina ritengo che questi ragazzi non siano innocenti. Noi donne purtroppo conosciamo le tragedie della violenza e sappiamo come questa ci faccia paura. Se una donna prova a fuggire, tante volte si trova di fronte alla morte. Ma i giudici avrebbero voluto che la ragazza subisse lo stupro per poter condannare gli imputati”. Ora cosa può succedere? Si può arrivare in Cassazione? “Certo che sì, sarebbe la prima cosa da fare se fossi in quegli addoloratissimi e disperati genitori”, ha sottolineato Bernardini De Pace. (aggiornamento di Alessandro Nidi)



MARTINA ROSSI, PAPÀ: “COME ESSERE INVESTITI”

«È come essere investiti da un carro armato». Questa la sensazione che ha provato il signor Bruno, papà Martina Rossi, dopo aver appreso l’assoluzione in appello dei due imputati – Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni – per tentata violenza sessuale nei confronti della figlia. Nei mesi scorsi era andato in prescrizione il reato di morte come conseguenza di altro reato. Per la famiglia è stata una corsa contro il tempo, che però non ha prodotto la condanna in cui speravano. «È come dire che tutto il lavoro di indagine fatto fin ora sia stato inutile, come se tutti fossero dei cretini. Questa sentenza significa sostenere che Martina sia volata giù da sola», ha dichiarato al Fatto Quotidiano. Ovviamente opposta la reazione del difensore di Luca Vanneschi, uno dei due imputati. L’avvocato Stefano Buricchi, come riportato da Il Tirreno, ha parlato della «fine di un incubo». I giudici hanno ribaltato la sentenza del tribunale di Arezzo, che nel dicembre 2018 li aveva condannati a 6 anni. (agg. di Silvana Palazzo)



MARTINA ROSSI, ASSOLTI IN APPELLO VANNESCHI E ALBERTONI

Pochi minuti fa è arrivata la sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Firenze: sono stati assolti i due imputati, Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni, sino ad oggi accusati di aver causato la morte della giovane Martina Rossi, precipitata dal sesto piano di un albergo spagnolo dopo essersi difesa da un presunto tentativo di aggressione sessuale. Il padre di Martina Rossi, accerchiato dai giornalisti, ha risposto con le lacrime agli occhi: “Penso alle sofferenze vissute, ma anche alle prospettive, che danno solamente un significato triste a quello provato oggi. Martina non c’è più, la Giustizia italiana non c’è più. Ci sono situazioni e soluzioni che vanno al di là della legge, del pensiero e del cuore”. Quando i giornalisti gli chiedono di esprimere il suo stato d’animo, risponde: Amareggiato è dire poco. Sto dando risposte convenzionali, potessi esprimermi liberamente parlerei diversamente e sono sempre stato convinto del fatto che certe cose, piuttosto che dirle, sia meglio farle”.

CASO MARTINA ROSSI: OGGI LA SENTENZA

A “La Vita in Diretta”, nel corso della puntata di oggi, martedì 9 giugno 2020, si è parlato del caso di Martina Rossi, la giovane studentessa genovese morta nel 2011 dopo essere precipitata dal balcone situato dal sesto piano di un hotel di Palma di Maiorca in seguito a un tentativo d’aggressione carnale da parte di due giovani Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni, accusati di tentata violenza sessuale. I due imputati, che si sono sempre professati innocenti, sono presenti quest’oggi in aula per la sentenza che sarà pronunciata dalla Corte d’Assise d’Appello di Firenze. Cosa succederà? Dopo nove anni la sentenza dovrebbe confermare o cancellare la pena. Cancellare, sì: perché in ballo vi è anche la possibilità che il reato cada in prescrizione, cosa che getterebbe ancor di più nello sconforto i genitori di Martina Rossi. “Mia figlia era una ragazza normale di 20 anni, che per la prima volta andava a ballare – ha dichiarato commosso il papà della giovane –. Improvvisamente, vola dalla finestra non vestita, con solo addosso le mutandine. Noi non abbiamo mai creduto all’ipotesi del suicidio. Fin dal primo momento ho detto al giudice che le avevano fatto del male. Sono arrabbiato perché non ho mai visto un attimo di pentimento negli occhi dei giovani. La loro difesa è stata infangare Martina. Li strangolerei”.