Proseguono le indagini per accertare quanto accaduto lo scorso 25 luglio nella periferia di Roma, dove il 36enne Hasib Omerovic è precipitato giù dalla finestra della sua camera da letto. La tragedia è avvenuta nel corso di una perquisizione non autorizzata e il pubblico ministero nei prossimi giorni sentirà gli agenti coinvolti. Ma c’è anche una testimone, che ai microfoni de La Stampa ha ripercorso quanto accaduto quella mattina.



“Stavo annaffiando le piante sul balcone e quindi guardavo verso il basso: all’improvviso ho visto Hasib cadere giù”, le sue parole: “Non riuscivo a credere ai miei occhi eppure l’ho visto proprio mentre precipitava dalla finestra”. La testimone non è riuscita a capire se lo avevano spinto o se si era buttato di sua iniziativa: “Dall’alto, dal punto in cui mi trovavo io, non sono riuscita a distinguere se la caduta fosse spontanea o indotta da qualcun altro”.



Caso Omerovic, parla la testimone

Sotto choc per quanto accaduto ad Hasib Omerovic, la testimone ha ammesso di tremare ancora al ricordo della tragedia. La donna ha aggiunto di ricordare l’arrivo dei poliziotti nel cortile, subito attivi per aiutare il sordomuto. E c’è un dettaglio importante, non ha sentito urla o lamenti: “Non ho sentito nulla anche perché lui abita al piano terreno-piano rialzato e io al quarto. Hasib è sordo ma comunica, oltre che con i gesti, con dei suoi gutturali”. Nessun trambusto, solo la scena del volo, dunque. Poi la testimone ha parlato delle voci circolate anche su Facebook, che segnalavano Hasib Omerovic molestare donne e ragazzine del quartiere: “Sapevo che girava questa voce, ma io personalmente non ho mai visto Hasib dare fastidio a qualcuno”. Infine, sull’integrazione della famiglia: “Non credo ci fossero pregiudizi nei loro confronti, ma non so fino a che punto fossero inseriti nel tessuto sociale locale”.

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