I cellulari di Francesco Cancellato, Luca Casarini e Beppe Caccia sono stati davvero infettati dallo spyware Graphite di Paragon. A certificarlo The Citizen Lab, un team di ricercatori dell’Università di Toronto che ha esaminato i dispositivi del giornalista di Fanpage, di cui è direttore, del fondatore dell’ong Mediterranea e dell’armatore, riscontrando infezioni.
Infatti, sono riusciti a individuare le “impronte” lasciate dal software. Il report mette nero su bianco che i 90 obiettivi circa che sono stati notificati da WhatsApp forse sono solo una parte del numero totale di casi Paragon. La notifica in questione è il messaggio di fine gennaio 2025 in cui Meta spiega che l’account potrebbe essere stato infettato da uno spyware individuato e bloccato a dicembre.
Potrebbe essere solo una delle ‘strade’ per installare lo spyware nei dispositivi, quindi i casi in Italia potrebbero essere molti di più, ma non sono emersi perché il metodo è differente e, quindi, per questo non sarebbe stato individuato dal sistema di messaggistica di Meta. Ma comunque nei casi presi in esame si riscontra un “modello preoccupante e familiare” di prendere di mira alcuni soggetti. Per quanto riguarda l’attivista Casarini, l’impronta è stata lasciata il 23 dicembre, ma potrebbe non essere l’unica. Le altre potrebbero essere state cancellate o sovrascritte. Ciò confermerebbe che è stata condotta un’operazione con un obiettivo preciso.
CASO PARAGON, COINVOLTO ANCHE YAMBIO
Il report di The Citizen Lab ha confermato che anche David Yambio, fondatore di Rifugiati in Libia, sarebbe finito nel mirino dello spyware, stando a quanto riportato dal Guardian. Il quotidiano britannico aggiunge che l’attacco sarebbe avvenuto quando il fondatore dell’organizzazione era in contatto con la Cpi dell’Aia. Alla luce di ciò, Yambio ha riferito di aver informato la Cpi dell’attacco dopo averne ricevuto conferma, suggerendo ai membri di far controllare i loro cellulari per capire se sia installato lo spyware. Al momento l’ufficio del procuratore del tribunale non ha commentato la vicenda.
PARAGON E IL CASO DI CANCELLATO
Per quanto riguarda il telefono di Francesco Cancellato, non sono state trovate tracce in questa fase di analisi. A tal proposito, i ricercatori sostengono che ciò non vuol dire che il suo cellulare non sia stato hackerato, ma “semplicemente gli accessi possono non essere stati registrati o sovrascritti“. Infatti, nel report si precisa la convinzione “che tutti i telefoni siano stati hackerati in ragione dei messaggi di Meta“. Dunque, l’infezione potrebbe essere avvenuta prima del periodo preso in esame o sovrascritta con altri dati.
MEDITERRANEA: “SPIONAGGIO È CERTO”
Interviene, invece, Mediterranea Saving Humas, secondo cui sono emerse prove dell’utilizzo di Paragon Graphite e ora c’è il “riconoscimento legale dello spionaggio” ai loro danni, quindi il report ha fornito prove legali. “Dietro questo caso c’è la situazione libica e i rapporti tra servizi segreti“. Secondo l’ong, che invierà tutto agli inquirenti.