Intorno al caso Regeni continua ad aleggiare un mistero ancora a distanza di anni. Familiari ed associazioni continuano a chiedere giustizia e verità, ma le motivazioni esatte dell’uccisione del giovane dottorando ancora restano sconosciute. A giocare un ruolo importante intorno a questa omertà è in particolare l’Egitto, che sulla vicenda si è sempre trincerato dietro silenzi e false rivelazioni. Nel frattempo sono indagati e sottoposti a processo quattro 007 egiziani, e spuntano nuovi dettagli su Giulio Regeni come riporta Dagospia, che comunque non portano ancora ad alcuna svolta sul suo assassinio. “Giulio non era un agente dei servizi segreti italiani”, e nemmeno apparteneva a quelli inglesi. A rivelarlo è stato l’ex direttore dell’Aise, Alberto Manenti, sentito come testimone nel corso del processo davanti alla Prima Corte d’Assise.



Anche Manenti ha fatto leva sul “muro di gomma” innalzato dagli egiziani già prima che fosse ritrovato il corpo di Regeni. Quanto ha fatto trapelare l’ex direttore dell’Aise è che ciò che era parso fin dall’inizio delle indagini è che il ragazzo fosse stato vittima di un fermo non ufficiale, pratica diffusa in Egitto.



GIULIO REGENI TORTURATO E POI UCCISO, MA ANCORA OMBRE SUL CASO

Manenti nel corso dell’audizione ha riferito che quando fu rinvenuto il corpo di Giulio Regeni chiese informazioni al suo ‘alter ego’ del Gis, capo dei servizi segreti egiziani, che gli riportò come sul corpo della vittima erano stati ritrovati dei traumi, con ferite alla base del cranio, segni esterni che lasciavano intendere che il dottorando fosse stato torturato prima di essere ucciso. Le cause sono ancora sconosciute. Si tratta solo di un Paese non sicuro, come ha dichiarato nelle scorse ore il legale della famiglia, dove è facile cadere vittime di questi assassini, o c’è dell’altro? A distanza di 8 anni esistono ancora troppi lati oscuri in questa vicenda.



Intanto anche l’ex vice capo dell’Aise, Giovanni Caravelli, è stato sentito in Tribunale. Oggi ricopre l’incarico di capo in pectore dei servizi segreti esterni. Caravelli ha smentito quanto riportato dalla trasmissione Report sostenendo che né lui né i suoi agenti hanno mai visto Regeni ancora vivo.