Caso Regeni e i rapporti tra Italia ed Egitto: secondo una indiscrezione pubblicata dal quotidiano “La Repubblica”, pare che nel Consiglio dei Ministri di ieri nessuno dei titolari dei vari dicasteri abbia detto no a una eventuale vendita delle fregate militari di cui si parla da giorni al Paese nordafricano. L’indiscrezione, se confermata, aprirebbe delle crepe nel Governo dato che, con dei distinguo, sia esponenti del Pd che in questo momento non hanno ruoli nell’esecutivo ma anche i vertici di LeU criticano questa scelta attraverso le parole pronunciate oggi da Roberto Speranza, titolare al Ministero della Salute. La questione è stata sollevata per primo sa Matteo Orfini che ha chiesto via Twitter al Ministro Dario Franceschini, capo della delegazione dei dem a Palazzo Chigi, se siano vere le voci, ma al momento non ha ottenuto risposta; dal canto loro esponenti di Liberi e Uguali hanno ribadito la loro contrarietà a rifornire di navi militari l’esercito del generale e presidente Abdel Fattah al-Sisi non solo dopo le reticenze e la mancata collaborazione del regime egiziano nell’omicidio del ricercatore che oggi avrebbe 32 anni ma anche perché da tempo Patrick Zaky, lo studente con trascorsi in Italia, è ancora richiuso nelle carceri del Cairo.



“CDM FAVOREVOLE A VENDITA DI NAVI ALL’EGITTO”: POLEMICHE NEL GOVERNO

Secondo quanto si apprende sempre dal quotidiano romano diretto da Maurizio Molinari, pare che la scelta dei dem di avvallare questa decisione sia arrivata dopo la promessa che il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, prenda una posizione netta e precisa sul caso Regeni. Secondo quanto ha rivelato alla stampa uno dei partecipanti al suddetto Consiglio dei Ministri, i presenti avrebbero ratificato solo la decisione dell’invio delle due fregate Fremm (inizialmente destinate alla Marina Militare del nostro Paese) senza porre alcun distinguo o sollevare obiezioni, pur precisando che non si tratta di una cessione diretta da parte di Fincantieri al regime del Cairo ma di una vendita a un organismo internazionale terzo che è incaricato di portare avanti queste cose. A spiegare anche la posizione contraria di LeU c’è il fatto che l’unico Ministro che li rappresenta in CdM, ovvero Roberto Speranza, non era presente dato che trattenuto da un altro impegno e che sicuramente si sarebbe opposto alla decisione come peraltro ribadito oggi. La condizione di cui sopra dettata al premier invece sarebbe un’idea di Franceschini che ha chiesto a Conte di dire parole chiare quando sarà sentito dalla Commissione Parlamentare di inchiesta sul caso.



Insomma, al di là di come siano andate le cose e dei distinguo del giorno dopo, è chiaro che dalla morte di Giulio Regeni si succedono i Governi, cambiano le maggioranze (ieri M5s-Lega, oggi M5s-Pd-Leu-Iv e prima di loro la legislatura completata dal Governo Gentiloni) ma nessuno ha ancora accolto l’invito dei genitori del ricercatore a dare un segnale forte all’Egitto che da troppo tempo nasconde alla giustizia italiana dettagli fondamentali per capire bene come è morto il figlio e perché.

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