Gozi le disse che era preoccupato?“. “Era preoccupato, era triste per aver testimoniato il falso“. “Dove aveva testimoniato il falso?“. “Sul caso Ragusa“. Uno scambio di battute rapido ma inequivocabile rappresenta secondo Quarto Grado l’asso nella manica della difesa di Antonio Logli, pronto per essere giocato nella richiesta di revisione per far riaprire il processo sulla morte di Roberta Ragusa, che ha visto condannare l’uomo in Cassazione a 20 anni di carcere per l’omicidio e la distruzione di cadavere della moglie. Protagonista un ex compagno di carcere di Loris Gozi, supertestimone nonché principale accusatore di Logli: proprio lui ha raccontato ad una consulente della difesa che l’uomo avrebbe testimoniato il falso sulla notte in cui Roberta sparì. Secondo la versione di questa persona, infatti, Gozi avrebbe mentito dicendo di aver visto Logli fermo in macchina: lo avrebbe visto invece davanti al passaggio a livello dietro casa sua.

“LORIS GOZI HA TESTIMONIATO IL FALSO”: L’ASSO NELLA MANICA DELLA DIFESA DI ANTONIO LOGLI

Ma cosa avrebbe spinto Loris Gozi a dichiarare il falso? Secondo il testimone scovato dalla difesa di Logli, l’uomo avrebbe agito per avere uno sconto su una pena che all’epoca stava scontando. C’è poi un altro elemento su cui pone l’accento la trasmissione Quarto Grado. Nelle scorse settimane la difesa di Antonio Logli ha effettuato un sopralluogo nella soffitta dell’abitazione in cui la coppia viveva. I consulenti hanno riscontrato uno scenario tipico degli accumulatori seriali, caratterizzato dalla presenza di oggetti di qualsiasi tipo, compresi vecchi cartoni di pizza. Ciò che cercavano era un peluche, un coniglietto che Roberta Ragusa aveva ribattezzato “Gnappino” e verso il quale nutriva un “attaccamento morboso“, al punto da non andare mai a dormire senza di lui. Lo stesso Logli ha raccontato che perfino la prima notte di nozze Roberta aveva portato a letto il peluche, che non è mai stato ritrovato. Proprio questo dettaglio, secondo la difesa di Logli, potrebbe costituire la prova di un allontanamento volontario da parte della Ragusa.