La sezione distaccata a Bolzano della Corte di Appello di Trento ha ribaltato la sentenza che in primo grado aveva inflitto due anni di condanna ai medici implicati nel caso della prima positività al doping di Alex Schwazer. Sia il medico della Fidal PierLuigi Fiorella, cui era stato affidato il marciatore, sia il responsabile antidoping delle competizioni IAAF Giuseppe Fischetto sono stati assolti con formula piena. Probabile che la Procura generale ricorra in Cassazione rispetto a questa sentenza, che scagiona i medici dall’accusa di favoreggiamento passivo al doping di Schwazer del 2012. Tra i corridoi del Tribunale qualcuno tira in ballo rapporti ostili tra Corte e Procura, altri puntano il dito su alcune incongruenze della sentenza di primo grado, gossip che lascia il tempo che trova fino a quando non saranno pubblicate le motivazioni della sentenza.
Intanto il Tribunale federale svizzero ha deciso che non ci sono i presupposti per una procedura d’urgenza rispetto alla richiesta di sospensione della squalifica presentata dai legali di Schwazer. Non ci sarebbe secondo la Corte di Losanna una “verosimiglianza ESTREMA” nelle prove prodotte dalla difesa del marciatore, il che significa: “magari la verosimiglianza la possiamo ritenere anche BUONA, ma di per sé questa gradazione di giudizio non è sufficiente a dare via libera sul binario d’urgenza al ricorso”, che a questo punto segue la via ordinaria, quella che prevede una tempistica oscillante tra i 6-10 mesi.
Se – come sembra – Schwazer optasse per la distanza sui 20 km, il tempo per fare il minimo cronometrico necessario per le Olimpiadi si dilaterebbe a fine giugno. A questo punto solo se il Tribunale federale prendesse una decisione favorevole nel giro di 6 mesi ci sarebbero i tempi tecnici per tentare l’avventura olimpica. Dopo la decisione del Tribunale di Losanna, il sogno di Schwazer è ancora teoricamente possibile, ma obbiettivamente più difficile