CASO SCHWAZER, A CHE PUNTO SIAMO? No, non avremo lo stesso verdetto di un anno fa. Ormai è chiaro che la giudice Christina Kiss non ha potuto giudicare inammissibile il ricorso presentato da Alex Schwazer alla Corte federale svizzera. Ed è bastato questo a mandare in tilt Losanna: non solo le istituzioni sportive coinvolte nella vicenda (vanno in confusione anche per molto meno, lo abbiamo visto) ma gli stessi Tribunali chiamati a pronunciarsi, dando vita a una sequenza di passaggi giuridici senza precedenti.
Cominciamo da una semplice constatazione: il ricorso d’urgenza (sospensiva della squalifica e revisione processuale) è stato presentato dai legali di Schwazer il 16 aprile. Dopo 26 giorni non abbiamo ancora un verdetto né sulla sospensiva, né sul merito. In compenso in questi 26 giorni ne abbiamo viste di tutti i colori: la NADO ITALIA (la nostra Organizzazione antidoping) che scrive al Tribunale svizzero ”non possiamo dirci favorevoli o contrari alla revisione processuale perché la raccomandata con la richiesta di un nostro parere ci è arrivata oltre la data di scadenza fissata da voi”; il TAS (Tribunale arbitrale sportivo, condannò e squalificò Schwazer) che non solo sceglie irritualmente di pronunciarsi ma mette da parte il suo ruolo arbitrale super partes scrivendo che quei poverini di WADA e World Athletics in Italia al processo penale di Bolzano sono stati trattati male non avendo “potuto esprimere le loro posizioni e i loro argomenti”. Balla spaziale questa, che però a quanto pare aveva lo scopo di sollecitare la collega giudice a fare quanto poi ha fatto, cioè concedere un ulteriore mese di proroga (normalmente si dà una settimana/dieci giorni in una procedura d’urgenza) alla World Athletics per presentare altra documentazione, proroga inspiegabilmente (?) recapitata guarda caso all’avvocato Ross Wenzel, cioè proprio a colui che era stato escluso dal collegio di difesa della WA in quanto preso di mira dal giudice Pelino nella sua Ordinanza e dunque parte in causa….
Non è finito l’elenco: a fronte di un ricorrente che al verdetto fissa una data limite per potersi qualificare alle Olimpiadi, la Giudice ignora bellamente la scadenza e lascia passare il 6 maggio, poi fissa addirittura una proroga su richiesta di una sola parte al 7 giugno. Che dire? Siamo al goffo tentativo di mettere fuori gioco Schwazer col balletto dei rinvii non potendolo fare con argomenti giuridici? O dobbiamo invece interpretare questo indecente balletto come un compromesso per far digerire a WADA, QA e TAS quel che non riusciranno a digerire? In questo caso dobbiamo dunque aspettarci che i legali del marciatore ricevano nelle prossime 48 ore la notifica da Losanna di una sospensiva della squalifica concessa a Schwazer? Ancora poche ore e lo sapremo.
Ad ogni buon conto le parole giuste per una volta le abbiamo lette nell’editoriale di un quotidiano sportivo italiano per anni schierato contro Schwazer o connivente coi suoi accusatori col silenzio: “In questa storia c’è qualcosa che va oltre la vicenda del marciatore. Sì, il caso Schwazer non si ferma e non si fermerà a Schwazer”
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