Se non ci fosse di mezzo un uomo a cui è stata rovinata vita e carriera, ci sarebbe pure da ridere per la piega comica presa dalla vicenda Schwazer nell’ultima e conclusiva udienza dell’altro giorno. Dopo 4 anni di indagini preliminari l’Agenzia mondiale antidoping ha deciso finalmente di nominare un perito genetista: peccato che le indagini preliminari nel frattempo siano finite e gli atti già rimessi al pubblico ministero. Il ridicolo tempismo della Wada peraltro è in linea con la bizzarra, goffa e autolesionista condotta processuale tenuta dai suoi avvocati. Ci sono però delle spiegazioni. Intanto i suoi avvocati c’entrano relativamente, nel senso che sono stati eterodiretti dalla sciagurata produzione di documentazione dei dirigenti di Montreal e trascinati loro malgrado a scavarsi la fossa. Ma soprattutto emerge chiaramente il disagio di un organismo – vale anche per la World Athletics – per nulla abituato a difendersi in un’aula di Tribunale. Loro sono usi a giudicare, non ad essere giudicati!
E così si muovono nella aule giudiziarie come elefanti in un cristalleria. La World Athletics (ex Iaaf) ieri a un certo punto si è fatta rappresentare in aula da un avvocato – Maria Sardelli – che è partner di uno studio legale a cui è associato il vicecapo della Procura antidoping del Coni Mario Vigna, che tra l’altro interrogò Schwazer dopo la positività del 2012. Non li sfiora neppure l’idea che tale situazione possa procurare qualche imbarazzo. Così come è interessante sentirsi dire dal perito nominato in extremis dalla Wada, Vincenzo Pascali, che i dati diffusi dalla Wada (prelievo giugno 2016), demoliti da Lago come del tutto inverosimili, sono invece “una formidabile fonte di prova”, che la concentrazione abnorme di Dna “non è per nulla anomala” e “le ipotesi di Lago troppo semplici e futili”.
Chi è questo Vincenzo Pascali? Incontrastato ras della genetica forense romana negli anni 80-90, fu condannato tre anni fa dal Tribunale di Salerno a 18 mesi di reclusione, 5 anni di interdizione dai pubblici uffici e 18 mesi di sospensione dall’insegnamento universitario (alla Cattolica di Roma) per aver scritto il falso nella perizia che il Gip dello stesso Tribunale gli aveva assegnato per il caso Claps, il cui corpo fu rinvenuto nel sottotetto di una chiesa quasi 17 anni dopo la scomparsa della ragazza. Il taroccamento dell’analisi genetica sui reperti fu smascherato guarda caso proprio dal Ris di Parma del colonnello Lago (perito del Tribunale di Bolzano nella vicenda Schwazer). Quel taroccamento voleva forse coprire l’indagato poi condannato di pluriomicidio? Della vicenda si occupò anche il Sisde, il servizio segreto civile, notizia interessante quest’ultima per chi ha orecchie per intendere.
La condanna del consulente Vincenzo Pascali fu poi annullata perché nel frattempo il suo reato era andato… in prescrizione.
Tutto sommato è un profilo di perito la cui credibilità è adeguata a chi l’ha ingaggiato.