Armando Siri è fuori dal Governo del cambiamento ma, a differenza di quanto si immaginava, non si è arrivati al tanto temuto voto in Consiglio dei Ministri e che avrebbe sancito una dolorosa spaccatura tra i titolari dei dicasteri del Movimento 5 Stelle e quelli della Lega. Al termine del Consiglio ministeriale, il premier Giuseppe Conte ha tenuto la barra dritta rispetto a quanto aveva detto nei giorni scorsi e ha revocato l’incarico al sottosegretario del Carroccio, evitando la conta. Dunque è costretto a incassare, masticando amaro ma rinnovando comunque la propria fiducia al Presidente del Consiglio, Matteo Salvini che comunque ha confermato come il suo partito continuerà a difendere Siri fino ad una eventuale condanna e non le ha mandate a dire all’altro vice-premier, Luigi Di Maio, parlando di una doppia morale dei pentastellati che non hanno mai parlato delle dimissioni della sindaca di Roma, Virginia Raggi, nonostante pure questa fosse stata sottoposta a delle indagini. Dal canto suo, invece, il leader del Movimento ha esultato in conferenza stampa, parlando di una “vittoria degli italiani onesti” e spiegando che il suo obbiettivo non era quello di “avere una superiorità numerica né morale, ma noi teniamo alla credibilità di questo Governo e non potevamo chiudere un occhio”. (agg. di R. G. Flore)
SALVINI, “RAGGI INDAGATA DA ANNI MA…”
E’ stato revocato il mandato al sottosegretario Armando Siri. Lo ha annunciato il presidente del consiglio in occasione del Cdm di stamane a Palazzo Chigi, di fronte ai ministri dell’esecutivo gialloverde. Subito dopo l’uscita dal “consiglio”, il ministro Salvini aveva parlato di discussione pacifica, ma poco fa è tornato nuovamente allo scoperto alzando un po’ i toni: «Prendo atto del fatto che la Raggi è indagata da anni ed è al suo posto – le parole riporate da TgCom24.it – i nostri candidati sono specchiati. Se ci sono colpe di serie A e colpe di serie B, presunti colpevoli di serie A e di serie B. A casa mia se uno vale uno, inchiesta vale inchiesta. Noi non abbiamo alcun problema, la questione morale riguarda altri. Mi dispiace che qualcuno si stia sporcando la bocca su Attilio Fontana». Parole che incendieranno un clima già infuocato dalle parti del governo. Del resto Salvini ha sempre difeso l’operato di Siri, giudicato innocente fino a prova contraria, mentre il Movimento 5 Stelle ha preferito estrometterlo fin da subito in attesa di eventuale giudizio. «Il senatore Siri – le parole di Fabio Pinelli, l’avvocato del sottosegretario – ha ribadito con fermezza di non aver mai ricevuto, né da Paolo Franco Arata né da chiunque altro, promesse di pagamento o donazioni di denaro, che avrebbe rifiutato con sdegno». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
SIRI REVOCATO IN CDM DA CONTE
Governo, il premier Giuseppe Conte ha revocato il sottosegretario Armando Siri: questo l’esito del Consiglio dei ministri di quest’oggi. Intervenuto ai microfoni dei cronisti, il presidente del Consiglio ha spiegato: «Chiederò la revoca, arriverà lo schema di decreto al presidente della Repubblica. Abbiamo acquisito il parere del Cdm, che ha ribadito piena fiducia nel mio operato ed ha preso atto di questa mia iniziativa: è stata una discussione molto franca e non banale, ho ritenuto questo un passaggio politico e non meramente burocratico-amministrativo. C’è stato un confronto leale e aperto, all’esito del quale c’è stata piena fiducia nel mio operato». Conte ha poi aggiunto: «A parte l’aspetto umano, su cui bisogna riconoscere al sottosegretario Siri la presunzione di non colpevolezza, ritengo che il Governo si sia comportato nel modo migliore: alla luce di tutte le circostanze, è la decisione che ritengo più giusta. Dobbiamo preservare il patrimonio di fiducia dei cittadini nei nostri confronti: se perdiamo la fiducia dei cittadini, difficilmente potremo proseguire in maniera efficace nell’azione di governo e difficilmente potremo vantarci di essere il Governo del cambiamento». Così, in conferenza stampa, il leader grillino Luigi Di Maio: «Non è vittoria M5S ma degli italiani. Governo va avanti 5 anni. Il caso è chiuso politicamente, dobbiamo lavorare su salario minimo e flat tax. Sono contento che la Lega abbia deciso di non arrivare a una conta». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
GOVERNO, CONTE REVOCA SOTTOSEGRETARIO SIRI
E’ stata ufficializzata la revoca del sottosegretario alle infrastrutture, Armando Siri. Il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, ha firmato la revoca durante il consiglio dei ministri tenutosi questa mattina a Palazzo Chigi. Alla fine il leghista è stato rimosso senza votazione, come del resto era già stato anticipato nelle scorse ore e anche perché era nel pieno diritto del Premier farlo: il parere dei ministri non era infatti vincolante, come stabilito dal regolamento. Al cdm erano presenti tutti gli esponenti dell’esecutivo ad eccezione dei soli Tria e Moavero Milanesi, al momento all’estero. «E’ stata una discussione civile a pacifica – le parole del ministro dell’interno, Salvini, all’uscita dal Cdm – abbiamo fiducia nel premier ma anche nel sottosegretario Armando Siri, innocente fino a prova contraria». Il vertice di governo era iniziato in ritardo, attorno alle ore 11:00 e non poco prima delle 10:00 come inizialmente previsto, e durante l’incontro hanno preso la parola il ministro per la Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno, a “difesa” della Lega, nonché i due vice-premier Di Maio e Salvini. Ora la proposta di revoca verrà presentata al presidente della repubblica, Sergio Mattarella, che dovrà firmala o meno. «Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte – le parole di Di Maio all’uscita – ha deciso la revoca del sottosegretario leghista Armando Siri, indagato dalla procura di Roma per corruzione. Il decreto di revoca, a quanto si apprende, è stato adottato dal premier, sentito il Cdm che ha a lungo dibattuto». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
CASO SIRI, CDM INIZIATO
Caso Siri, il giorno della verità: in corso il Consiglio dei ministri, gelo tra Lega e Movimento 5 Stelle. Come riporta l’Ansa, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha portato al tavolo del Cdm le motivazioni che sono alla base dell’opportunità di revocare il sottosegretario del Carroccio. Presenti tutti i ministri, poco prima della riunione Matteo Salvini ha riunito tutti gli esponenti leghisti nell’ufficio di Giancarlo Giorgetti per fare il punto della situazione. Nessun contatto diretto in mattinata, invece, tra i due partiti di maggioranza. Clima di altissima tensione, una spaccatura evidente che potrebbe portare ad una crisi? Ministro dell’Interno cauto ieri a Matrix: «Se 5stelle vanno al voto, votano per le dimissioni di Siri, dimettono una persona senza che ci sia mezza prova, se ne prendono la responsabilità, noi votiamo contro le dimissioni e andiamo avanti», ma… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
CONTE PRONTO A REVOCARE SIRI
Giornata cruciale quella di oggi per il futuro del governo: al centro del dibattito, il caso Armando Siri, il sottosegretario alle infrastrutture in quota Lega indagato per corruzione, accusato di aver ricevuto una tangente da 30mila euro. Alle ore 9:45, fra poco meno di un quarto d’ora, inizierà il tanto atteso consiglio dei ministri, con il presidente del consiglio Giuseppe Conte, che come largamente anticipato negli scorsi giorni, proporrà ufficialmente la revoca di Siri dal suo incarico. Stando a quanto scrive l’edizione online di Repubblica, non si dovrebbe andare alla tanto temuta “conta”, a meno che non sia la Lega a chiederlo esplicitamente, mettendo così a verbale la sua opposizione alle dimissioni del sottosegretario. Più probabile comunque che il premier ascolti i ministri, acquisendone i pareri e decidendo di conseguenza. La cosa certa, come hanno assicurato Movimento 5 Stelle e Lega nelle scorse ore, è che il governo non cadrà per il caso Siri, e a meno di clamorosi colpi di scena si andrà avanti per lo meno fino alle elezioni Europee previste il prossimo 26 maggio.
CASO SIRI, SCATTA IL CDM
In caso di dimissioni di Siri, comunque, si romperà per sempre qualcosa all’interno dell’esecutivo, e si creerà un pericoloso precedente che potrebbe realmente rimettere tutto in discussione a fine mese, soprattutto se i grillini dovessero subire un’altra batosta ai voti. Il ministro Salvini è pronto alla battaglia, ha puntato il dito contro i grillini, facendo capire che si dovranno assumere la responsabilità delle dimissioni del sottosegretario, e parla di “evidente spaccatura non solo su questo caso”. L’intento del titolare del Viminale è di proporre fra le questioni all’ordine del giorno anche quella della flat tax e dell’autonomia della regioni, con l’aggiunta dei grandi cantieri, tre dossier da sempre portati avanti dal Carroccio, con cui la stessa Lega punta a portare lo scontro su altri temi: «La Lega vuole rompere – la reazione del M5s delle scorse ore – lo sbloccacantieri può essere un pretesto, e sulla flat tax fa becera propaganda».