Continua a tenere banco il caso Aboubakar Soumahoro. Il sindacalista con gli stivali è finito al centro dell’attenzione per le indagini degli investigatori sulle cooperative di famiglia, gestite dalla suocera e dalla moglie. Striscia la notizia sta continuando la sua indagine parallela, alla ricerca di notizie e testimonianze sul dossier. Nella puntata in onda questa sera, l’inviato Pinuccio  ha intervistato Nicola Fratoianni, onorevole che – assieme ad Angelo Bonelli – ha sostenuto la candidatura di Soumahoro nel gruppo parlamentare Alleanza Verdi e Sinistra.



Soumahoro non ha mai risposto alle domande di Striscia la notizia, sottolineando di dover rispondere delle accuse ricevute solo al partito. Ma Fratoianni, raggiunto da Pinuccio, ha fatto lo scaricabarile: “Non faccio né il finanziere né il magistrato e, se mi ha detto (riferendosi a Soumahoro, ndr) che aveva la possibilità di giustificare ogni spesa e dimostrare la correttezza nell’utilizzo dei fondi, mi fido”. Il segretario di Sinistra Italiana ha poi tenuto a precisare che il sindacalista non è finito nel gruppo misto, bensì si è autosospeso dal gruppo formato da Verdi e SI.



SOUMAHORO, FRATOIANNI FA LO SCARICABARILE

Come evidenziato da Striscia la notizia, solitamente ogni candidato eletto deve versare al proprio partito una quota mensile dello stipendio. Ma Soumahoro lo fa? La risposta di Nicola Fratoianni a Pinuccio è abbastanza vaga, passando la patata bollente all’alleato nonché amico Angelo Bonelli: “I partiti hanno diverse modalità, per Sinistra Italiana sono 3.500 euro a persona. Bisognerebbe capire con i Verdi che tipo di accordi avessero riguardo la candidatura degli indipendenti”.

Recentemente intervistato da Il Manifesto, Angelo Bonelli s’era detto profondamente turbato dall’affaire Soumahoro. Il portavoce dei Verdi aveva smentito che la candidatura di Soumahoro fosse stata decisa al congresso europeo di Riga del 3 giugno, sottolineando che il sindacalista era un candidato della lista comune in quota società civile. Ma Soumahoro non è stato scaricato: “Non è stato scaricato come hanno scritto alcuni giornali. Ci siamo confrontati con lui e abbiamo detto che deve chiarire tutto. Sarebbe stato opportuno farci sapere prima che la sua famiglia ha un’area di influenza dal punto di vista lavorativo nell’ambito in cui lui fa politica. Ma non c’è uno scaricare Aboubakar, c’è la volontà di fare chiarezza. Perché abbiamo una funzione pubblica e parliamo di temi su cui tanti ragazzi – migranti, braccianti e operatori – si trovano in una situazione complicata. Sono necessari i massimi chiarimenti non solo a tutela del rapporto tra Aboubakar e la comunità politica che lo ha eletto o tra lui e noi. Ma soprattutto per quel mondo che reclama diritti e dignità”.