Dall’inchiesta sul caso degli accessi illeciti effettuati da Pasquale Striano è emerso anche che la Lega è il partito più spiato, ma sui dossier costruiti per colpire il Carroccio non si sapeva nulla finora. Il Tempo rivela che sono stati setacciati i nomi degli esponenti di spicco del partito guidato da Matteo Salvini per fornire ai giornalisti dell’Espresso e di Domani documenti riservati per le loro esclusive.



L’obiettivo, spiega Rita Cavallaro sulle colonne del quotidiano capitolino, era addensare ombre sulla Lega e minare la credibilità del partito in un momento importante, perché gli accessi abusivi sono iniziate dopo l’exploit alle elezioni politiche.

“OBIETTIVO SALVINI, ECCO I DOSSIER COSTRUITI”

Si va dall’ombra della ‘ndrangheta all’estate del Papeete, arrivando anche ai presunti affari con la Russia. Il primo accesso abusivo che riguarda il Carroccio risale al 21 maggio 2018, è denominato “Lazzari” ed è l’inizio della cosiddetta operazione Russiagate. Nel frattempo, ci sono stati articoli per allungare le ombre della ‘ndrangheta sul Carroccio, nel tentativo di coinvolgere diversi big con mafiosi.



Ci sono poi 6 file con oggetto “pagliuso”, con le intercettazioni di Antonio Pagliuso, considerato affiliato della ‘ndrangheta, mentre Salvini era in tour in Calabria, ma quello che dice è di aver votato per il candidato Furgiuele e di essere stato dal fratello del politico il giorno prima dell’arrivo di Salvini.

DAGLI ACCESSI ILLECITI ANCHE UN LIBRO CONTRO LA LEGA

Ci sono stati poi accessi illeciti sulla vicenda dei 49 milioni, con atti riservati che sono finiti al giornalista Giovanni Tizian che con un altro indagato ha realizzato “Il libro nero della Lega“. Nell’estate del Papeete, invece, è stato tirato in ballo Gianluca Savoini.



Era anche l’estate in cui l’allora ministro dell’Interno era finito nel mirino della magistratura per la politica dei porti chiusi, su cui il procuratore di Viterbo Paolo Auriemma non riscontrava nulla di sbagliato, ricevendo come risposta in chat da Luca Palamara il monito: “Comunque va attaccato“. L’attacco è poi arrivato su fronti diversi e si è arrivati alla caduta del primo governo Conte.