Recita un Tweet sul caso Vannacci: “Ringraziamo il generale per averci costretto a pensare”.
In effetti quanto sta succedendo dice assai di più di quanto si possa immaginare. Innanzi tutto, dimostra quanto sia diventata pervasiva la spinta del cosiddetto politicamente corretto e della cultura woke, al punto di confondere le menti di chi, fino a non molti mesi fa, dichiarava di volerli combattere ad oltranza.
Del tutto stupefacente quindi la decisione del ministro Crosetto, che ha preso drastici provvedimenti contro il generale, dimenticando che l’articolo 1472 del Codice militare sancisce la libertà di opinione anche degli appartenenti delle Forze armate. Ancora più sorprendente il fatto che il ministro della Difesa, pur non avendo letto il libro, abbia definito “farneticazioni” i suoi contenuti, basandosi evidentemente e solamente sugli strilli delle gazzette sedicenti progressiste e pro-Lgbt.
Perché leggendo il pamphlet del generale, in mezzo ad affermazioni molto generiche, si trovano anche delle verità di mero buon senso, che sono diventate proprio come quelle che aveva profetizzato Chesterton: “Verrà un tempo in cui bisognerà sguainare le spade per poter affermare che l’erba è verde in estate”.
Ergo, scopriamo un autorevole ministro legatissimo alla presidente Meloni che sembra ritenere disdicevole e addirittura farneticante la difesa che il generale ha fatto della famiglia normale, intendendo con questa definizione la convivenza di esseri umani eterosessuali che si prendono la responsabilità di perpetuare il genere umano con i metodi stabilititi da sempre dalla tanto decantata natura.
In questo senso, come negare che chi privilegia altri costumi sessuali non è inscrivibile nella normalità stabilita dalla natura stessa? Non per questo deve essere discriminato, è lapalissiano, ma occorre stare attenti a non confondere un concetto di normalità secondo natura con quello della parità di diritti o della non discriminazione.
Perché semmai oggi assistiamo proprio a quel mondo “al contrario” richiamato nel titolo del libro del generale. Osservando i mass media, i film, le serie, i programmi televisivi e ascoltando quelli radiofonici, seguendo i cantanti, le band, le sfilate di moda, rileviamo una perenne esaltazione della visione del mondo omosessuale, che tracima anche nell’educazione dei più piccoli con la precoce sessualizzazione magari ad opera di una drag queen. Di conseguenza appaiono irraggiungibili gli obiettivi di invertire il trend della denatalità con qualche incentivo economico. Perché è l’intera visione del mondo proposta dalla cultura woke che andrebbe semplicemente rovesciata.
La faccenda non torna nemmeno in termini di aderenza a quella che gli esperti di mass media chiamano “segmentazione”, in base alla quale programmi, film, prodotti, serie tv eccetera si realizzano e si propongono in base alla profilazione psico-socio-demografica degli utenti cui sono diretti.
Se è difficile trovare un sondaggio chiaro, la percentuale degli omosessuali in Italia può probabilmente essere stimata (per eccesso) intorno al 4,5%, percentuale analoga a quella di molti altri Paesi. Tenendo a mente questo dato, chiunque non abbia il prosciutto su occhi e orecchie dovrebbe ammettere che la narrazione dei mass media non rispetta affatto questa percentuale, per cui ciò che ha scritto il generale Vannacci è la pura e semplice verità.
Colpisce quindi, va ribadito, il generale silenzio di coloro che sono stati votati da chi crede fermamente nei valori espressi dal generale. Assai interessante quanto scritto da Marcello Veneziani su La Verità, rivolgendosi al centrodestra: “Per quanto tempo e fino a quando la gente che vi ha mandato al governo sarà disposta ad accettare questo vostro ‘astuto’ conformarvi al politically correct che fino a ieri avete criticato? (…) La destra per restare al governo sta accettando grossi compromessi che vediamo tutti. Se cede pure sulle questioni di principio, sui temi sensibili, se si adegua ai pregiudizi altrui, cedendo sui propri e su quelli di sempre, allora chiedetevi perché la gente dovrebbe continuare a sostenervi”.
Soltanto un povero ignaro della politica non sa che chi sta al governo in Italia non ci può resistere due giorni se non si genuflette agli Usa, alla Nato, all’Europa, all’atlantismo che intende dominare un mondo che in realtà sta scomparendo.
Ma anche i maggiordomi possono mostrare di avere dignità, come abbiamo visto nella serie tv Downtown Abbey.
Se oltre alle promesse sulle tasse, sulle accise, sulla salute, sui migranti, vediamo scomparire pure la difesa dell’erba verde di Chesterton, ritrovandoci ministri e governo a difendere l’ideologia woke, significa che siamo davvero in una grave emergenza costituzionale, politica, sociale e direi addirittura antropologica.
Di fronte alla quale il consenso si può polverizzare con la stessa intensità con cui si è creato.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.