Dal 2022, la pm Letizia Ruggeri, titolare dell’inchiesta sul caso Yara Gambirasio, risulta indagata per frode processuale e depistaggio. A innescare l’iscrizione nel registro, quanto denunciato dai legali di Massimo Bossetti sulla gestione dei campioni di Dna (tra cui la “prova regina” che lo inchiodò al profilo dell’assassino) per cui sarebbe “saltata” la corretta catena del freddo – con il trasferimento dal laboratorio del San Raffaele di Milano, dove erano conservati a 80 gradi sottozero, ad uno scatolone dell’Ufficio corpi di reato di Bergamo a temperatura ambiente – con l’esito di una pressoché certa distruzione e di una conseguente impossibilità di condurre una nuova analisi del materiale da anni sollecitata e mai ottenuta dal pool difensivo dell’ex muratore di Mapello condannato all’ergastolo.
Nel maggio scorso, la Procura di Venezia ha chiesto di archiviare la posizione del magistrato e lo scorso 17 luglio era attesa la decisione del gip sull’istanza – alla quale i difensori di Massimo Bossetti avevano fatto opposizione – ma c’è stato un rinvio, riporta Il Giorno, al 24 luglio prossimo. Il motivo è che la difesa del pm Letizia Ruggeri avrebbe posto una questione di legittimità nel procedimento che la vede accusata di gravissime condotte durante lo svolgimento del suo lavoro all’epoca delle indagini sull’omicidio della 13enne di Brembate di Sopra uccisa nel 2010. Prima dell’udienza decisiva su una eventuale archiviazione o un rinvio a giudizio, gli avvocati che assistono Letizia Ruggeri avrebbero depositato una memoria per chiedere al giudice per le indagini preliminari Alberto Scaramuzza di astenersi in quanto si tratta dello stesso gip che chiese di indagare sull’attività della pm. La richiesta della difesa del magistrato sarebbe stata avanzata per scongiurare un “pregiudizio” nei suoi confronti, riporta ancora il quotidiano, ma tale eccezione non trova una base nel codice di procedura penale che, invece, permette due vie: al giudice di astenersi volontariamente e alla difesa di chiederne la ricusazione. Quest’ultima, però, non sarebbe al centro dell’istanza difensiva. Uno dei legali di Massimo Bossetti, l’avvocato Claudio Salvagni, avrebbe espresso perplessità per il “ricorso a questi espedienti per evitare il giudizio“.
Letizia Ruggeri indagata, Massimo Bossetti: “Mi ha distrutto la vita”
L’udienza chiave per decidere la sorte del pm Letizia Ruggeri indagata in merito all’accusa di frode processuale e depistaggio – con la Procura di Venezia che chiede di archiviare e la difesa di Bossetti che si oppone – slitta quindi ai prossimi giorni. Nel frattempo, la storia di Yara e la condanna definitiva a carico dell’ex muratore di Mapello tornano a farsi materia rovente di dibattito con la recente messa in onda, su Netflix, della docuserie Il caso Yara Gambirasio: oltre ogni ragionevole dubbio.
Al suo interno, infatti, una serie di documenti e testimonianze inediti fanno da cornice alla prima apparizione televisiva del protagonista principale dopo la vittima: Massimo Bossetti. È lui a parlare davanti alle telecamere, 6 anni dopo la sua condanna definitiva al fine pena mai, e a dire la sua sul processo che lo ha visto finire in carcere a vita per l’omicidio della piccola Yara Gambirasio. In un passaggio centrale della narrazione, il detenuto punta il dito proprio sulla pm Letizia Ruggeri che risulta indagata e descrive il momento in cui si è trovato sul banco degli imputati: “È stato devastante, essere in un’aula di giustizia, vedere tutta la gente, cercavo di fermare il pianto. Non toglievo mai lo sguardo di dosso dalla dottoressa Ruggeri. Lei non ha mai incrociato il mio. Mi ha distrutto la vita“.