CASO ZANIOLO-NAINGGOLAN, SI INDAGA SULLE PLUSVALENZE

La Procura di Milano torna a indagare sul caso Zaniolo-Nainggolan: è notizia degli ultimi giorni il fatto che sul tavolo dei PM del capoluogo lombardo siano tornate le carte relative all’operazione che nell’estate 2018 aveva portato allo scambio dei due giocatori. Lo riporta Il Fatto Quotidiano, e naturalmente il tema è quello delle plusvalenze: ricordiamo che il caos era scoppiato relativamente alla Juventus, che per le plusvalenze fittizie era anche stata penalizzata sul campionato di Serie A in essere, ed esclusa dalle coppe europee.



Si era indagato anche su altre squadre e in particolare anche sull’Inter, relativamente alle stagioni 2017-2018 e 2018-2019, ma le accuse erano state archiviate non potendo riscontrare condotte fraudolente e volte ad alterare i bilanci. La palla però passa nuovamente alla Procura di Milano: proprio all’epoca dell’indagine sulla Juventus, datata 2021, la Roma aveva incaricato lo studio californiano Orrick, si legge su Calcio e Finanza, di un’indagine interna per scongiurare la presenza di plusvalenze simili in passato. Ebbene, pare che nel corso di tale indagine siano emerse alcuni scambi contestati poi dalla Procura, tra cui appunto quello con l’Inter.



IL CASO ZANIOLO-NAINGGOLAN

Ora, riavvolgiamo il nastro: la trattativa di cui si parla fa riferimento a sei anni fa. L’Inter, all’epoca, voleva fortemente Radja Nainggolan che giocava nella Roma: alla fine il Ninja si trasferì in nerazzurro con una valutazione di 38 milioni di euro, per una plusvalenza di 31,9 milioni di euro a favore dei giallorossi. Il punto è che nell’operazione erano rientrati, per far quadrare i conti, i cartellini di due calciatori dell’Inter: Davide Santon, con plusvalenza nerazzurra di 8,1 milioni, e appunto Nicolò Zaniolo, all’epoca gioiello della Primavera ma con zero presenze in prima squadra.



Per lui la plusvalenza era stata di 4,2 milioni; la valutazione di 5,7 milioni. Da qui il possibile inghippo: si legge nell’informativa del Nucleo Pef della Guardia di Finanza di Roma che “sembra che la contabilizzazione abbia assunto il ruolo non più di mezzo, ma quello di fine”. Ovvero, come già nel caso della Juventus, i valori dei calciatori sarebbero stati aumentati, dunque cambiati di prezzo, “col fine di poter contabilizzare una plusvalenza più alta di quella effettiva”. Adesso, per l’appunto, la palla passa nelle mani della Procura di Milano che ci dovrà vedere chiaro.