Una doppia beffa per gli avvocati in merito al bonus di 600 euro. La Cassa Forense ha chiesto agli iscritti che hanno già inviato la domanda una dichiarazione integrativa da rilasciare entro il 30 aprile. Il Decreto Liquidità ha infatti chiarito che l’accesso al bonus di 600 euro è riservato solo ai chi non è pensionato e chi è iscritto in via esclusiva all’ente di previdenza obbligatoria. Quindi con una delibera del Consiglio di Amministrazione, convocato d’urgenza, ieri ha deliberato di dare mandato alla Direzione Generale di inviare agli iscritti una comunicazione di invito a rilasciare una documentazione integrativa, una dichiarazione che attesti l’iscrizione esclusiva a Cassa Forense. Quindi ha inviato sulle caselle di posta elettronica degli iscritti una comunicazione in cui si precisa che la dichiarazione va resa solo attraverso la procedura integrativa messa a disposizione nell’area riservata del portale della Cassa Forense da oggi, 10 aprile 2020. Questa integrazione comunque non influisce in alcun modo sull’ordine di arrivo delle domande, che resta quello dell’invio delle domande.
CASSA FORENSE, CAOS BONUS 600 EURO AVVOCATI
Tutto bloccato al momento dunque per gli avvocati che avevano fatto richiesta attraverso la Cassa Forense del reddito di ultima istanza previsto dal Decreto dell’8 aprile. L’indennità è diventata una corsa ad ostacoli per gli avvocati, soprattutto per i problemi di ordine pratico (a partire dall’ondata di domande inviate nel giro di poche ore). «La dichiarazione è necessaria in quanto Cassa Forense non è in possesso dei dati per verificare, autonomamente, l’iscrizione all’Inps o ad altro Ente Previdenziale del proprio iscritto», fa sapere l’avvocato Giancarlo Renzetti, delegato Cassa Forense, attraverso il sito CF news. Ci sono poi dubbi sui fondi: secondo quanto riportato da Italia Oggi, la Cassa Forense è quella a cui sono pervenute più domande. In tutto i professionisti iscritti sono 550mila, a secondo il Sole 24 Ore i 200 milioni del governo possono aiutare poco più di 330mila iscritti, quindi il 40 per cento rischia di restare a bocca asciutta.