A causa della crisi economica scatenata prima dai 2 anni di pandemia e poi dal conflitto internazionale in Ucraina, le economie europee sono andate in crisi e il caro energia che ne è seguito ha finito per mettere in ginocchio le aziende.

Per questo motivo la cassa integrazione 2023 è diventata un valido strumento per aiutare nel breve termine i nuclei familiari di tutti quei lavoratori che, altrimenti, avrebbero perso il lavoro. La Cigo, vale a dire la cassa integrazione guadagni ordinaria, è stata ripristinata nel 2022 in seguito alla scadenza della cassa covid, adottata proprio durante i periodi di pandemia.



Cassa integrazione 2023: cos’è la GIGO e chi ne ha diritto

La Cigo è un ammortizzatore sociale ripristinato nel 2022. Si tratta di un ammortizzatore sociale ripristinato dal primo gennaio 2022, in sostituzione della cassa covid adottata durante periodi della pandemia di coronavirus. Vediamo nel dettaglio come funziona la Cigo e a chi spetta.



La cassa integrazione guadagni ordinaria è un ammortizzatore sociale che può essere adottata dai datori di lavoro senza limiti di dimensioni e che appartengono ai settori indicati nell’articolo 10 del decreto 148/2015, il cosiddetto Jobs act:

  • imprese manifatturiere, di trasporti, estrattive, di installazione di impianti, produzione e distribuzione dell’energia, acqua e gas;
  • cooperative di produzione e lavoro che svolgano attività lavorative similari a quelle degli operai delle imprese industriali;
  • imprese dell’industria boschiva, forestale e del tabacco;
  • cooperative agricole, zootecniche e dei loro consorzi che esercitano attività di trasformazione, manipolazione e commercializzazione di prodotti agricoli propri per i soli dipendenti con contratto a tempo indeterminato;
  • imprese addette al noleggio e alla distribuzione dei film di sviluppo e stampa di pellicole cinematografiche;
  • imprese industriali per la frangitura delle olive per conto terzi;
  • imprese produttrici di calcestruzzo preconfezionato;
  • imprese addette agli impianti telefonici ed elettrici;
  • imprese addette all’armamento ferroviario;
  • imprese industriali degli Enti pubblici, salvo il caso in cui il capitale sia interamente di proprietà pubblica;
  • imprese industriali ed artigiane dell’edilizia e affini;
  • imprese industriali esercenti l’attività di escavazione e/o escavazione di materiale lapideo;
  • imprese artigiane che svolgono attività di escavazione e di lavorazione di materiali lapidei, con esclusione di quelle che svolgono tale attività di lavorazione in laboratori con strutture e organizzazione distinte dalle attività di escavazione.

Cassa integrazione 2023: i requisiti per richiederla

La legge di bilancio 2022 ha allargato i requisiti per l’accesso all’ammortizzatore sociale, o cassa integrazione 2023, anche per coloro che svolgono la mansione di apprendisti e per i lavoratori a domicilio. La scadenza della domanda è contemplata all’interno dell’articolo 2 del decreto ministeriale 95.442 del 2016 ed è di 15 giorni dall’inizio della sospensione o riduzione dell’attività lavorativa, entro la fine del mese successivo per gli eventi oggettivamente non evitabili.



Inoltre sono necessarie alcuni obblighi burocratici da rispettare come quello relativo all’informazione e alla consultazione sindacale attraverso la comunicazione alle RSA o alla RSU aziendale oppure alle sedi territoriali delle organizzazioni comparativamente più rappresentative. Eventuale esame congiunto, se richiesto da una delle parti, che deve concludersi entro 25 giorni della comunicazione iniziale ed entro 10 giorni nelle imprese con meno di 50 dipendenti.